Nella vecchiaia non abbandonarmi: è il tema della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani 2024, che si è celebrata domenica 28 luglio. «Troppo spesso la solitudine è l’amara compagna della vita di noi, anziani e nonni – ha scritto Papa Francesco nel messaggio pubblicato in occasione della Giornata –. Tante volte, da vescovo di Buenos Aires, mi è capitato di visitare case di riposo e di rendermi conto di quanto raramente quelle persone ricevessero visite». Un tema di grande attualità in Benecia, considerato lo spopolamento e l’altissima percentuale di anziani che vivono nei comuni della Slavia, specie in quelli di alta montagna.
Qual è la situazione sul territorio? Cosa si fa per evitare l’isolamento degli anziani che vivono ancora in casa propria, spesso in paesi con pochi abitanti che nei giorni feriali si svuotano perché i familiari e i compaesani lavorano lontano? Com’è la situazione di chi vive la terza età all’interno di una casa di riposo?
Siamo andati a verificare la situazione, a partire dai progetti di più ampio respiro che a livello politico si stanno mettendo in campo per aumentare la qualità della vita della terza età. Va detto che, di recente, c’è stata una forte accelerazione nell’impegno dei comuni e della Comunità di montagna, grazie soprattutto alla «strategia per le aree interne», una legge con cui lo Stato intende ridurre il divario economico e sociale che affligge alcune aree svantaggiate.
Sul piatto ci sono 480 mila euro (160 mila l’anno dal 2025 al 2027), che saranno gestiti dalla Comunità di montagna, per realizzare un ambulatorio medico di riferimento per tutte le Valli del Natisone che potrà ospitare una èquipe multidisciplinare formata da 3 medici di medicina generale, un pediatra di libera scelta, un infermiere, uno psicologo, un logopedista e uno psicomotricista, supportata da personale di segreteria.
Lo stesso ambulatorio comprensoriale ospiterà un punto prelievi e delle attrezzature per la diagnostica di base e il monitoraggio dei pazienti (un ecografo, un elettrocardiogramma, uno spirometro e un dermatoscopio). Il centro sarà anche un riferimento per gli infermieri e gliassistenti domiciliari che agiscono sul territorio delle Valli del Natisone. Un servizio importante per tutti, ma sicuramente fondamentale per la popolazione anziana.
I malati cronici vedranno potenziarsi sia i servizi ambulatoriali che quelli domiciliari. Particolare attenzione verrà infatti data alla cosiddetta «medicina d’iniziativa», in base alla quale il paziente affetto da patologie croniche avrà un programma di controlli per evitare la riacutizzazione della patologia e ridurre cosi i ricoveri in ospedale.
C’è un però. Il Comune di San Leonardo ha dato disponibilità a ospitare l’ambulatorio nell’edificio scolastico di Merso di Sopra, oggi ampiamente inutilizzato a causa della forte contrazione della popolazione scolastica. I locali sono stati recentemente ristrutturati e sono perfettamente a norma antisismica. Per aprire l’ambulatorio sarebbero necessarie solo opere di leggero adeguamento e probabilmente il progetto potrebbe vedere la luce già nel 2025.
C’è però chi insiste per scegliere un immobile nella zona industriale di Cemur (perché leggermente più vicino per San Pietro al Natisone e Pulfero, parliamo di appena 1,8 km) che richiederebbe, però, importanti interventi di ristrutturazione e ulteriori finanziamenti rispetto a quanto garantito dalla strategia per le aree interne. Questo provocherebbe verosimilmente un forte ritardo nella realizzazione del progetto.
Novità importanti in vista anche per la mobilità degli anziani. La strategia per le aree interne stanzia per le Valli del Torre 300 mila euro e per quelle del Natisone 150 mila con la finalità di organizzare dei servizi domiciliari di trasporto a domanda a vantaggio delle persone più fragili, evitando così che le distanze e l’assenza di collegamenti pubblici induca gli ammalati a rinunciare a cure e accertamenti diagnostici.
Ma non è tutto. La Comunità di montagna avrà a disposizione 840 mila euro di spesa per acquistare 8 automezzi per il trasporto di persone, di cui 2 attrezzati per il trasporto disabili, al fine di realizzare servizi di trasporto a domanda per le persone più fragili.
Si sta ragionando se acquistare i mezzi e poi affidarne la gestione ai servizi sociali (per ciò che concerne la disabilità) e a enti privati (preferibilmente del terzo settore, ovvero «no profit») oppure procedere ad un appalto pubblico dei servizi. Qualcuno tra i sindaci caldeggia la creazione di una cooperativa sociale di comunità, formata cioè da persone del territorio per gestire questi servizi. Si otterrebbe in tal modo un duplice vantaggio, sia in termini di potenziamento del trasporto che per la creazione di posti di lavoro nell’area montana. (Roberto Pensa)
Stareješe osebe so v beneški skupnosti dragoceni varuhi izročila in posredovalci jezika novim generacijam. Ob svetovnem dnevu starejših in starih staršev smo preverili, kakšno je stanje na področju varstva in zdravstvene oskrbe starejših v Benečiji, kjer predstavljajo večino prebivalstva in so tako izziv za politiko in vso skupnost. Za nesamooskrbne omogoča dom upokojencev »Sirch« v Špietru, da ostanejo v svojem družbenem in kulturnem okolju. A čakalne vrste so zelo dolge (3-4 leta). V domu potrebujejo vsaj še 15 dodatnih mest. V Teru, Tipani in Zavarhu trije »družinski domovi« rešujejo starejše iz socialne izolacije. Na politični ravni so novi projekti na področju zdravja in mobilnosti starejših pripravljeni. Toda zaradi političnih konfliktov se tvega, da se bo njihovo izvajanje močno zamaknilo.