Valli del Natisone alla ricerca dell’autonomia perduta, ma la strada è talmente in salita, che sarà difficile ottenere qualche risultato davvero rilevante, almeno finché sarà in carica l’attuale amministrazione regionale, che la riforma degli enti locali ha fortemente perseguito, fino a imporre penalizzazioni economiche ai (tanti) Comuni che non volevano adeguarsi.
Lo scorso 23 maggio l’assemblea dell’Unione territoriale intercomuale (Uti) del Natisone ha istituito, con voto unanime, il subambito delle Valli del Natisone, comprendente i Comuni di Drenchia, Grimacco, Pulfero, San Leonardo, San Pietro al Natisone, Savogna e Stregna. Si tratta di un organismo previsto dalla riforma regionale. Ancorché privo di personalità giuridica e quindi di peso politico-istituzionale, ha un valore altamente simbolico in una realtà che ricorda con nostalgia l’ampia autonomia goduta sotto la Repubblica di Venezia e che ha avuto nella Comunità montana, prima espressione del territorio valligiano (con l’aggiunta di Prepotto, Torreano e parte di Cividale) e poi allargata alle Valli del Torre e al Collio, un importante punto di riferimento.
In ogni caso, la nascita del subambito, ha il sapore di un contentino. «Continuo a essere convinto che la Regione avrebbe dovuto istituire un’Uti per le nostre Valli e non costringerci a entrare in un calderone con i grandi Comuni della pianura friulana. Abbiamo tutte le carte in regola per avere la nostra autonomia, dato che siamo territorio montano e di confine e abbiamo specifiche caratteristiche culturali. Tutti eravamo su questa linea al momento dell’approvazione della riforma, poi alcuni Comuni hanno rotto il fronte comune e hanno deciso di entrate nelle Uti così come disegnate dalla Regione. Non ho ancora capito il perché», tuona Antonio Comugnaro, sindaco di San Leonardo.
«Essere nell’Uti ci dà l’opportunità di garantire alla popolazione quei servizi che i nostri piccoli Comuni non sono in grado di gestire. Lo posso dire alla luce dei miglioramenti ottenuti da quando l’Uti si fa carico dello Sportello unico attività produttive (Suap). E con luglio partirà pure la polizia locale, che coprirà anche i Comuni appena entrati e quelli che ne erano sprovvisti», replica Luca Postregna, primo cittadino di Stregna e membro dell’Ufficio di presidenza dell’Unione del Natisone.
Dall’inizio di quest’anno Savogna e Stregna fanno parte, assieme a Cividale, del polo di ragioneria numero 1. «Ci gestisce tutti gli aspetti relativi al bilancio, alla contabilità, ai pareri finanziari – spiega Postregna –. Ora i cinque Comuni ex ricorrenti stanno lavorando per capire se formare un polo loro o formulare delle proposte per collaborare anche su questo aspetto. Certo è che non ci sono i numeri stabiliti per stipulare delle convenzioni solo tra i sette comuni, quindi la funzione va gestita dall’Uti. Noi attualmente ci troviamo bene, ma io sarei felice di partecipare a un servizio di ragioneria a livello di Valli del Natisone».
Il sindaco di Stregna vede per il subambito appena istituito un ruolo forte nel campo del turismo delle aree contermini. «Qui entrano in gioco le peculiarità della nostra zona con territorio montano, cioè marginale, e la presenza della minoranza slovena – spiega –, e io mi aspetto che nelle prossime settimane e mesi si creino dei tavoli a livello di subambito almeno su questi due temi, che contraddistinguono la nostra area e sui quali abbiamo combattuto tutti».
Comugnaro vuole, invece, un’autonomia più marcata. «Questo subambito deve diventare l’organo di autogoverno delle Valli del Natisone – afferma –. In capo ad esso vedo tutti gli aspetti amministrativi (ragioneria, anagrafe, servizio tecnico), il turismo, gli aspetti culturali. È importante che siano gestiti interamente, e sottolineo interamente, a livello locale. Stiamo lavorando sui contenuti e sono fiducioso che, nonostante i problemi e le specificità di ogni singola amministrazione, arriveremo a unire le forze per essere davvero autonomi dal punto di vista politico e dal punto di vista amministrativo. Dobbiamo disporre di tutti gli strumenti per gestire il nostro territorio senza dover andare a chiedere all’esterno ciò di cui ha bisogno la nostra popolazione».
Per far questo ci vorrebbe personalità giuridica. Ma Postregna non vede «a questo punto, alcuna possibilità che la Regione si metta a modificare le geometrie delle Uti». (Ezio Gosgnach)
Kamuni Nediških dolin so se združili v podokrožje v okviru medkamunske zveze. V novem organu se bojo kamuni med sabo pomali, de bi dali domačim ljudem vse, kar je potriebno, za dobro življenje na teritoriju. Sada bo trieba parpraviti pravilnik. Podokrožje naj bi skarbielo tudi za turistično promocijo in za slovenski jezik in kulturo.