V petak 9. novemberja ob 18. so v cierkvi Santa Maria dei Battuti v Čedadu odparli razstavo Odprta obzorja-Umetnost 20. stoletja med Italijo in Slovenijo. Na otvoritvi so spregovorili čedajski župan Stefano Balloch, predsednik Kd Ivan Trinko Michele Obit in kurator razstave Jožko Vedtrih. Do 2. dičemberja so na ogled diela številnih slovenskih umetniku, ki so ustavarjali na koncu 19. in v cielim 20. stuolietju. Njih imena so: Cvetko Šcuka, Avgust Bucih, Avgusta Šantel mlajša, Albert Sirk, Silvester Godina, Veno Pilon, Ivan Čargo, Avgust Černigoj, Tone Kralj, Riko Debenjak, Milko Bambič, Lojze Spacal, Anton Zoran Mušič, Jože Cesar, Rudolf Saksida, Bogdan Grom, Robert Hlavaty, Avrelij Lukežič, Paolo Petricig in Giacinto Jussa. Razstavo parpravljata kulturno društvo msgr. Ivan Trinko in občina Čedad, v sodelovanju s Skgz, KB 1909, ZSKD, Inštitutam za slovensko kulturo in Beneško galerijo. Urnik ogledov je od torka do petka od 10.30 do 12.30 in od 16. do 18. Ob sabotah in nediejah od 10. do 18.
La mostra Orizzonti aperti, che nel titolo e nei contenuti si richiama alla mostra più ampia allestita nella passata primavera al Salone degli Incanti di Trieste, ci consente di gettare uno sguardo su opere ancora poco note al grande pubblico, realizzate in un territorio che nel corso della storia è stato spesso al centro di avvenimenti che ne hanno sconvolto a più riprese gli assetti interni.
Gli “artisti di frontiera”, e in particolare quelli sloveni, ne hanno certamente risentito, ma hanno saputo reagire con determinazione, in modo positivo e fortemente identitario, anche nelle situazioni più critiche, assumendo un ruolo importante nella vita culturale e artistica della nostra regione. Anche nelle dimensioni ridotte rispetto alla grande esposizione triestina, questa edizione ci sembra comunque in grado di fornire un’immagine complessiva della vivacità e della ricchezza che ha contraddistinto nel suo complesso l’attività artistica di questo territorio di confine durante il secolo appena trascorso.
Per evitare fraintendimenti riguardanti i contenuti e i limiti della mostra, debbo ricordare che l’allestimento si basa sulla opere provenienti esclusivamente dalla collezione della società finanziaria KB1909, che da tempo svolge una sorta di mecenatismo mirato, attento alla conservazione e valorizzazione della produzione degli artisti locali. Ad esse si sono aggiunte una trentina di opere già di proprietà della Kreditna banka di Trieste, pervenute recentemente in possesso della Banca Monte dei Paschi di Siena e concesse in comodato d’uso alla società KB1909. Si tratta in ogni caso di opere di artisti di cultura slovena attivi per la maggior parte nel territorio comprendente il Goriziano e la città di Trieste, che nel passato aveva fatto parte dello spazio geo-politico indicato ai tempi dell’impero asburgico con l’espressione Litorale Austriaco e che dopo la fine della seconda guerra mondiale è stato definitivamente diviso tra la Slovenia e l’Italia.
Nella prima metà del Novecento questo territorio, oltre a produrre un’arte figurativa d’impronta naturalista legata al suo caratteristico paesaggio umano e naturale, è stato anche un centro di diffusione delle idee e delle esperienze elaborate dalle correnti artistiche moderne e dai primi movimenti d’avanguardia europei come l’espressionismo, il cubismo, il futurismo, l’astrattismo. Veno Pilon, Avgust Černigoj, Ivan Čargo, Luigi Spazzapan, Edvard Stepančič, Milko Bambič, Lojze Spacal, Zoran Mušič, Riko Debenjak, Tone Kralj e altri artisti di cultura slovena attivi a Trieste e nel Goriziano hanno contribuito alla diffusione presso di noi delle esperienze accumulate non solo nei centri di formazione tradizionali delle accademie di Vienna, Monaco, Praga e, più tardi, all’accademia di Zagabria e alla Scuola di arti industriali e di architettura del Bauhaus di Weimar, ma anche nelle scuole e nei licei d’arte italiani, nelle accademie di Bologna, Roma, Firenze, Venezia e in quella capitale dell’arte europea che era allora Parigi.
La mostra inizia con le opere di alcuni autori nati nell’ultimo quarto del XIX° secolo attivi soprattutto nella prima metà del XX° secolo. Poco sensibili alle novità introdotte dai movimenti postimpressionisti, essi hanno continuato a operare nell’ambito del realismo romantico ottocentesco e di un moderato impressionismo. Appartengono a questo gruppo Cvetko Šcuka, Avgust Bucik, Avgusta Šantel jr., Albert Sirk e Silvester Godina. Seguono poi gli autori nati tra la fine del XIX° e l’inizio del XX° secolo, che si sono formati nel periodo tra le due guerre all’insegna dei vari movimenti artistici europei del Novecento e sono stati particolarmente attivi nei primi decenni del secondo dopoguerra. Fanno parte di questo gruppo alcuni dei pittori più noti e celebrati anche al di fuori dal nostro territorio, come Veno Pilon, Ivan Čargo, Avgust Černigoj, Tone Kralj, Riko Debenjak, Milko Bambič, Lojze Spacal, Anton Zoran Mušič. Accanto ad essi alcuni autori meno conosciuti, ma non perciò meno importanti, come Jože Cesar, Rudolf Saksida, Bogdan Grom, Robert Hlavaty, Avrelij Lukežič. La rassegna si chiude con le opere di Paolo Petricig e Giacinto Jussa, due artisti appartenenti alle generazioni che si sono formate nel clima delle correnti artistiche della seconda metà del XX° secolo.
Nell’intento di rendere la mostra facilmente leggibile, abbiamo pensato di darle un taglio per quanto possibile cronologico, mediato da raggruppamenti strutturati per autore e con una sezione a parte dedicata al ritratto.
Il percorso espositivo vero e proprio si apre con un piccolo acquerello degli anni ’20 di Cvetko Ščuka, che ci è sembrato il più adatto a significare l’apertura di nuovi orizzonti nelle relazioni tra due comunità e tra due nazioni, mentre come insegna della mostra di Cividale abbiamo scelto un dipinto di Paolo Petricig, nato in queste valli, studioso di storia locale, pubblicista, pittore e illutratore, organizzatore e promotore culturale che ha contribuito con la sua opera in maniera determinante alla rinascita culturale della Slavia friulana.