C’era un sottinteso, tacito accordo che il termine ultimo per conoscere la sistemazione della scuola bilingue di San Pietro al Natisone nel prossimo anno scolastico doveva essere la data della fine delle lezioni. Ma nulla è ancora successo di concreto a parte i contatti tra i responsabili che hanno l’incombenza di dare una risposta in tempi ragionevolmente utili perché la ripresa delle lezioni non avvenga nell’incertezza, o peggio, nel caos.
In questi ultimi giorni ha dimostrato una particolare attenzione e un forte impegno sulla questione il prefetto di Udine, Ivo Salemme, che si è preso la briga di andare a San Pietro e spingersi fino a Pulfero e Savogna per verificare sul campo la situazione, esaminare di persona le singole proposte avanzate da più parti e farsi un’opinione che certamente illustrerà nell’incontro tra i vari interlocutori di questa vicenda nel corso dell’incontro che avrà luogo martedì 15 giugno.
I genitori degli alunni continuano a vigilare con la massima attenzione perché la situazione non assuma pieghe negative ed irreversibili, nel qual caso si vedranno costretti ad assumere iniziative più incisive. Non si tratta di questioni di bassa politica ma della crescita e dell’educazione dei loro figli.
Da più parti si lanciano appelli perché il caso venga chiuso rapidamente e si arrivi ad una soluzione ragionevole tenendo presente soprattutto il bene degli alunni e delle famiglie.
La lettera dei cinque sindaci delle Valli del Natisone al ministro Frattini, intanto, ha fatto il giro degli ambienti politici provinciali e regionali, di maggioranza ed opposizione, suscitando commenti alle volte sarcastici, nel migliore dei casi di commiserazione. Mentre rimane il mistero di dove sia andata a finire la missiva che non si troverebbe neanche negli archivi comunali.
I consiglieri comunali della Lista civica – La nostra terra hanno presentato al sindaco del comune di San Pietro al Natisone un documento sottoscritto nel quale chiedono un sollecito incarico professionale per la progettazione delle opere ed un altrettanto sollecito appalto dei lavori dell'edificio di viale Azzida.
«Ormai è certa la disponibilità di circa 1 milione e 200 mila euro, fondi in conto capitale stanziati urgentemente dal governo italiano e dal ministero della Pubblica istruzione — viene evidenziato nel documento —, per cui non sussistono giustificazioni nel ritardo delle procedure per la messa in sicurezza dell'immobile, vista la precisa destinazione dei fondi statali per la ristrutturazione statica ed antisismica della sede dell’Istituto comprensivo bilingue sloveno-italiano di viale Azzida».
«La responsabilità di eventuali ritardi — continua il documento dei consiglieri dell'opposizione — verrà attribuita, pertanto, alle incertezze e alle diatribe nella maggioranza e alle loro estemporanee ed antistoriche polemiche sul diritto costituzionale dell’insegnamento dello sloveno nell'ambito delle Valli del Natisone».
Nel documento, presentato il 24 maggio, i consiglieri dell'opposizione — Simone Bordon, Giuseppe Firmino Marinig, Fabrizio Dorbolò, Marina Pocovaz e Tatiana Bragalini — sottolineano che la loro richiesta è motivata da precise valutazioni di carattere squisitamente educativo e di garanzia del permanere dell'istruzione bilingue in San Pietro al Natisone. I “voluti“ ritardi politici nel dare avvio e nell'accelerare l'iter procedurale di messa in sicurezza dei locali dell'Istituto comprensivo avranno effetti negativi per l'ulteriore crescita della scuola che, grazie all'innovativa attività didattica e pedagogica, gode di giudizi favorevoli e di positivi apprezzamenti nella Slavia, nel Cividalese, in regione Fvg, a livello nazionale ed in particolare presso gli organismi europei che guardano con interesse l'esperienza dell'insegnamento bilingue in aree marginali di confine e con presenza nel loro ambito di comunità linguistiche diverse.
In un interrogazione alla giunta il consigliere regionale Rc, Igor Kocijančič, sottolinea che «il problema oggi è individuare una sede idonea al temporaneo trasferimento delle sezioni di scuola materna, delle elementari e delle medie. Su questo — aggiunge l'esponente di opposizione — sia il presidente dell'esecutivo Renzo Tondo che l'assessore all'Istruzione Roberto Molinaro tempo fa avevano convenuto sulla necessità di mantenere la scuola unita anche per il tempo necessario ai lavori di ristrutturazione».