Sulla recente visita di stato del presidente della Repubblica di Slovenia in Italia ha soffiato lo «spirito di Trieste», vale a dire la volontà di superare le contrapposizioni del passato e instaurare, con il contributo delle minoranze, una proficua collaborazione tra i Paesi vicini affermati nello storico incontro, avvenuto il 13 luglio dello scorso nel capoluogo regionale, tra il presidente italiano Giorgio Napolitano, sloveno Danilo TŸrk e croato Ivo Josipovi¾. Lo spirito di Trieste, ricordato più volte dai presidenti Napolitano e TŸrk, ha soffiato nelle stanze dorate del Quirinale, sulla cui torre, accanto alle bandiere italiana ed europea, sventolava il tricolore sloveno; ha soffiato a Palazzo Madama, a Montecitorio e a Villa Madama, dove sono avvenuti gli incontri tra Danilo TŸrk e, rispettivamente, il presidente del Senato, Renato Schifani, e Danilo TŸrk, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il premier Silvio Berlusconi. Lo spirito di Trieste ha soffiato anche sul Vittoriano, dove il presidente della Slovenia si è inchinato davanti al Milite ignoto, mentre in piazza Venezia riecheggiavano gli inni nazionali italiano e sloveno; infine lo spirito di Trieste si è fatto sentire anche nel Parco della musica che ha accolto il riuscitissimo spettacolo del complesso corale Carmina slovenica dedicato ai presidenti Napolitano e TŸrk.
Collaborazione economica, infrastrutture, collegamenti, risorse energetiche, concretizzazione del progetto della Regione adriatico-ionica, restituzione alla Slovenia delle opere d'arte trafugate durante la seconda guerra mondiale, preoccupazione per lo stallo istituzionale e politico dell'Unione Europea sono stati i temi dei colloqui tra i presidenti e i competenti ministri dei due governi.
Ma è stato il tema della tutela delle minoranze, slovena in Italia e italiana in Slovenia, ad essere una costante della visita di stato del presidente TŸrk. «La presenza nei nostri territori di minoranze nazionali – ha detto Napolitano al brindisi della cena d'onore offerta al Quirinale, alla quale hanno partecipato, tra gli altri, i sindaci dei quattro capoluoghi di provincia e il presidente della regione, Renzo Tondo – costituisce una ricchezza da tutelare ed una opportunità da approfondire. E so come lei – ha sottolineato Napolitano rivolgendosi a TŸrk – abbia da studioso e in seno all'Onu coltivato una visione sapiente del problema delle minoranze, anche in sintonia con la scuola italiana di diritto costituzionale. Con il sostegno dei due governi e delle rispettive autorità locali l'interazione fra le minoranze slovena in Italia e italiana in Slovenia rappresenta un fertile stimolo culturale e un incentivo al dinamismo economico».
E nelle dichiarazioni alla stampa, rispondendo ad un giornalista della Rai slovena di Trieste, che gli ha chiesto una valutazione sulla legge di tutela degli sloveni a dieci anni dalla sua approvazione, il presidente Napolitano si è detto convinto che «la cosa più importante sia la disponibilità delle istituzioni rappresentative delle autorità di governo dei due Paesi nell'ascolto alle rispettive minoranze. Per quel che riguarda il governo italiano — ha ribadito Napolitano ricordando che all'incontro con TŸrk era presente il ministro degli Esteri, Franco Frattini — siamo sempre pronti anche a considerare tutti i possibili problemi aperti e i necessari aspetti migliorativi. C'è sempre spazio per migliorare ulteriormente lo status, la condizione effettiva della minoranza slovena in Italia e della minoranza italiana in Slovenia. Per noi — ha dichiarato con convinzione Napolitano -— la minoranza slovena è la più importante minoranza nazionale che ci sia nel nostro Paese. Penso che iniziative specifiche per valorizzare il decimo anniversario della legge di tutela possano essere rapidamente messe in cantiere e collegate con tutte le altre dimensioni della presenza degli italiani in Slovenia e degli sloveni in Italia, per esempio alla dimensione culturale».
Il presidente TŸrk ha affrontato il tema della tutela delle minoranze anche con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, i quali si sono detti d'accordo che la questione dei finanziamenti vada risolta assicurando risorse certe in uno spirito di collaborazione tra le organizzazioni minoritarie.
Sulla questione delle minoranze si sono soffermati anche il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, e il suo omologo sloveno, Samuel Žbogar, che hanno parlato di un tavolo permanente che tratti dei problemi degli sloveni in Italia.
Il presidente della Slovenia ha presentato ai suoi interlocutori italiani il progetto di creare una «Via della pace» che, partendo dal Rombon, raggiunga il mare lungo il fronte dell'Isonzo che ha interessato anche la Slavia friulana. Il presidente sloveno ha espresso l'auspicio «che questo sia considerato un progetto europeo che ci ricorda le tragedie della storia, ma allo stesso momento deve essere uno stimolo per una riflessione creativa sul nostro futuro comune». Si tratta di un progetto, ha ribadito TŸrk, che indichi «come oggi si possa intendere ed interpretare la storia in base a quello spirito nuovo edificato nell'incontro di Trieste».