Nella Slavia la devozione alla Madonna è grande, a Masarolis/Mažeruola soprattutto quella per la Madonna del Carmine, la cui ricorrenza quest’anno è stata festeggiata domenica, 21 luglio, con la benedizione della nuova statua destinata alle processioni. L’occasione è stata resa particolarmente solenne dalla presenza dell’arcivescovo di Udine, mons. Riccardo Lamba.
Il momento centrale della giornata è stata la Santa Messa solenne del mattino, presieduta da don Cyriacus e dal diacono Leopoldo. Nel pomeriggio, dopo l’adorazione eucaristica e la consacrazione alla Madonna del Carmine di nuovi affiliati, a benedire la nuova statua prima della processione è intervenuto mons. Lamba.
La gioia per la presenza dell’arcivescovo ha trovato piena espressione nel saluto a nome della comunità di Enrico Maria Sicco, che ha ricordato come queste terre di confine da sempre nutrano una speciale devozione verso la Vergine. «Da Castelmonte veglia su di noi e noi, figli devoti, avvertiamo costantemente la Sua protezione e il Suo aiuto. Lei ci è vicina e lo conferma Porzus con il suo santuario, appena oltre queste montagne, dove la Madonna parlò a Teresa Dush in dialetto sloveno locale. Anche qui a Masarolis si parla “po slovensko”, in sloveno, ma in questa comunità risuonano anche il tedesco e il francese, le lingue dei suoi emigrati, che non hanno mai dimenticato le proprie radici e tornano ancora qui, magari proprio in occasione di questa bella festa».
L’intreccio armonioso di lingue porta a pensare alla Chiesa madre di Aquileia. «Anche noi vogliamo essere testimonianza vivente di questa antica eredità e oggi come allora: una comunità che supera i confini dell’antico Patriarcato e arriva fino al Belgio, alla Francia e alla Germania, e si fa corpo unico, attorno alla sua unica fede, sotto al manto della Madonna. Proprio questa fede, trasmessaci da chi ci ha preceduto, dai nostri padri, persone che soffrirono la miseria e nessun altro lascito avevano, intendiamo consegnarla al futuro; e la meravigliosa nuova statua della Madonna del Carmelo vuole essere il testimone che passiamo ai Možerci (gli abitanti di Masarolis nel dialetto sloveno del paese) che verranno, a segno del profondo attaccamento a Maria di questo paese, e alle nostre pie tradizioni».
A ricordare come la statua originale della Madonna del Carmine custodita in chiesa sia stata realizzata nel 1899 dall’artista udinese Luigi Pizzin, invece, è stata la rappresentante della parrocchia di Torreano, Claudia Cicuttini. Tra i sacerdoti che hanno accompagnato la comunità di Masarolis, Cicuttini ha ricordato don Andrea Gosgnach, che nel XIX secolo spronò i Možerci a costruire una nuova chiesa nel centro del paese, vicino alla canonica. Allora l’unica chiesa esistente era quella di San Nicolò, situata a nord del paese vicino al cimitero, verso Tamoris/Tamora, poi andata distrutta. I lavori di costruzione della nuova chiesa iniziarono nel 1857 e don Gosgnach ne propose l’intitolazione alla Madonna della neve. Da parte sua, mons. Lamba ha ricordato l’importanza di parlare di Gesù già in famiglia. Rivolgendosi ai nuovi consacrati, li ha invitati a essere manifestazione di Gesù nella vita. Da Masarolis, che come tappa lungo il «Cammino celeste» fa parte di una rete, l’arcivescovo ha auspicato la nascita di una rete tra quelle comunità che sul territorio sono devote alla Madonna del Carmine.
Al termine della celebrazione l’arcivescovo si è intrattenuto con gli abitanti del paese e i partecipanti alla festa. (Luciano Lister)