L’ incremento di visitatori e turisti nella Benecia «c’è e si vede chiaramente spostandosi sul territorio. Ora è importante non vanificare questi segnali positivi ed è perciò fondamentale che la politica dia agli operatori turistici gli strumenti adatti per investire nella creazione di posti letti e nel rafforzamento delle infrastrutture a servizio del turismo».
Sandro Quaglia, responsabile operativo della «Dmo Benečija», l’associazione di promozione sociale creata dall’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone per favorire il rilancio economico e sociale del territorio, ha una precisa diagnosi della situazione, che conferma in pieno la premessa da cui è partito il progetto «Benečija 2008», ovvero lo studio realizzato dagli esperti di marketing che a suo tempo guidarono la promozione e lo sviluppo della Valle dell’Isonzo come destinazione turistica: affinché il turismo possa provocare una svolta nelle dinamiche economiche e anche demografiche della Slavia, occorre un forte incremento dei posti letto sul territorio.
«In questo senso la parte settentrionale della Benecia sta rispondendo meglio – spiega Quaglia –. In Val Resia soprattutto ma anche nella Val Torre la crisi dovuta al Covid non ha bloccato gli investimenti privati e i risultati ora si vedono. Resia, ad esempio, è il terzo comune del territorio della Comunità di montagna Canal del Ferro Valcanale per ampiezza della ricettività turistica, mentre nelle Valli del Natisone non solo non c’è una dinamica positiva, ma l’impressione è che i posti letto ufficialmente censiti, specie nel settore alberghiero, non stiano lavorando a pieno ritmo».
Basta citare, ad esempio, due dei maggiori hotel delle Valli del Natisone. L’albergo «al Vescovo», di Pulfero, nonostante gli auspici dell’imprenditore che ha scelto di rilanciarlo, non ha ancora riaperto (anche se sembra che lo farà presto), mentre pure l’hotel «Natisone» non ha operato con continuità durante l’estate.
«Gli operatori privati possono fare ben poco senza un valido aiuto da parte delle istituzioni – spiega Quaglia –. Possono solo dare utili indica-zioni alla politica su quali incentivi potrebbero sbloccare gli investimenti privati, ma poi la strategia deve essere assunta dai Comuni attraverso la Comunità di montagna ed essere poi realizzata dal Gal Torre Natisone con appositi bandi».
Le evidenze di questa estate confermano anche l’importanza strategica di creare sinergie transfrontaliere con la Valle dell’Isonzo slovena. Gli operatori turistici, specie quelli delle Valli del Natisone, cominciano ad avere segnali concreti che c’è un numero crescente di ospiti che scelgono il versante della Slavia per soggiornare, ma poi spendono la loro vacanza a cavallo di entrambi i versanti del confine.
Rispetto ai colleghi di Kobarid e Bovec, l’offerta beneciana presenta ormai prezzi competitivi e anche qualità per chi cerca sistemazioni non albeghiere. «Per questo come Dmo Benečija stiamo intensamente lavorando per creare strumenti sinergici – spiega Quaglia –: ad esempio siamo riusciti ad inserire alcuni musei della Slavia nella card che in Slovenia viene distribuita ai turisti e che offre scontistiche e promozioni. Non solo: abbiamo conferma che sul ver-santesloveno non si intende investire più di tanto sul cicloturismo, perché le piste ciclabili nell’alta Valle dell’Isonzo sono poche e le strade strette e ad alta incidentalità per i ciclisti, e questo apre degli spazi di sviluppo per gli operatori beneciani che vorranno investire in questo settore».
Sono interessati all’alta Valle dell’Isonzo, ma soggiornano nella più conveniente Benecia
Buone notizie dalla stagione turistica estiva 2024 nelle Valli del Natisone: non solo il flusso di presenze si è mantenuto ai livelli record del 2023, con un sostanziale tutto esaurito in luglio e agosto (con ottimi flussi dal Nord Europa) e ottime prospettive per settembre, ma ci sono pure dei segnali molto interessanti dal punto di vista qualitativo.
Innanzitutto il turista italiano e straniero comincia ad apprezzare il soggiorno nelle Valli del Natisone anche come base di partenza per svolgere delle attività sportive ed escursionistiche nella più rinomata Valle dell’Isonzo, al di là del confine. «È la prima volta che ci capita in maniera non occasionale e con numeri significativi – spiega Marzia Ursic, presidente dell’Albergo diffuso delle Valli del Natisone –. Abbiamo avuto molti ospiti che hanno organizzato la loro vacanza a partire da attività da svolgere nella valle dell’Isonzo, come il rafting o l’alpinismo, ma per il loro soggiorno hanno scelto la Benecia. Non si tratta di una scelta obbligata, ad esempio per l’esaurimento di posti in Slovenia, ma spesso di una valutazione sui prezzi. Oltreconfine i prezzi sono cresciuti e la nostra offerta risulta concorrenziale, oltreché molto gradita dal punto di vista della qualità».
Altro segnale importante è che le attività promozionali svolte sul territorio per creare itinerari e percorsi turistici ed escursionistici nelle Valli del Natisone che uniscono natura e paesaggi, arte e storia, cultura e lingua locale della comunità slovena, enogastronomia e tradizioni, stanno dando il loro frutto. «Gli ospiti spesso arrivano già preparati, hanno scaricato materiale dal web oppure hanno letto il materiale cartaceo che viene distribuito sul territorio – spiega Ursic —. Molto gradimento sta ottenendo l’itinerario delle 44 chiesette votive, supportato da una ottima guida, che porta l’ospite a scoprire le Valli con angolazioni nuove e stimolanti. Abbiamo avuto un riscontro molto interessante anche per quanto riguarda l’iniziativa di Slow Food di aprire il presidio del gusto per un prodotto locale come la zucca Malon, che sta portando persone molto interessate a scoprire l’enogastronomia locale. Anche il turismo del vino segna una crescita: pur non essendo direttamente una zona vinicola, la posizione baricentrica delle Valli del Natisone tra le zone doc dei Colli Orientali, del Collio e dello Schiopettino di Prepotto attrae visitatori».
Un altro filone risulta in interessante crescita: «Sta prendendo piede il turismo delle radici: discendenti di emigrati valligiani che vengono dal Belgio, dalla Francia, dagli Usa per riscoprire le proprie origini. Su questo sarà necessario fare un lavoro di promozione anche con la collaborazione degli enti locali», conclude Ursic.
A confermare la crescita dell’interesse per ciò che offre il territorio della Benecia è Antonio De Toni, presidente della pro loco Nediške doline: «Le visite guidate che organizziamo sul territorio ogni weekend e per tutto l’anno sono in costantecrescita di partecipazione e di apprezzamento per
i contenuti e l’organizazione – spiega De Toni – e quest’anno supereremo il record delle 5 mila persone portate in giro nelle Valli con le nostre proposte di turismo slow, che uniscono arte, natura, cultura locale. La guida delle chiesette votive, realizzata recentemente dalla pro loco ed uscita per i tipi di un editore importante per il mondo dell’escursionismo come Ediciclo, sta avendo un notevole successo: sta dando frutto il grande lavoro di presentazione che abbiamo fatto pressoché su tutto il territorio regionale con le autrici Antonietta Spizzo e Tiziana Perini. Oltre alle visite guidate, molti fanno il percorso a pezzi organizzandosi in autonomia, alcuni ci chiedono supporto e consigli. Grazie ad una convenzione con il Comune di Stregna, la pro loco ha a disposizione un furgone per supportare i gruppi di escursionisti che ne avessero bisogno per il trasporto di persone e bagagli su tutto il territorio della Valli del Natisone, da Prepotto a Torreano».
C’è tanto interesse e richiesta che è imminente la pubblicazione di una carta turistica del Cammino delle 44 chiese votive, realizzata sempre a cura della pro loco Nediške doline. Grande interesse desta anche l’iniziativa dell’Agribus, la visita guidata mensile in pullman gestita da Elena Roppa per visitare i frutteti, le aziende agricole e casearie delle Valli e degustare i loro prodotti, affiancato dall’Agrikid che porta i bambini nelle fattorie didattiche alla scoperta della natura.
Il perno della promozione è l’ufficio Iat di accoglienza turistica, aperto presso il Museo Smo: «Una sinergia molto importante – conclude De Toni –: da un lato il museo etnografico dà più credibilità alle informazioni veicolate e dall’altro, grazie alla presenza del nostro operatore Nico Sinuello e dei ragazzi del servizio civile universale, lo Smo può rimanere aperto 7 giorni su 7». (Roberto Pensa)