Come molti nelle nostre vallate, ha trascorso diversi periodi all’estero, spinto dalle necessità della vita. Ma a Taipana/Tipana ha sempre fatto ritorno, perché della propria terra è sempre stato innamorato. Così tanto che, per quanto ha potuto, ha cercato di favorirne lo sviluppo e il riscatto.
Lunedì, 8 gennaio, dopo lunga malattia, a 75 anni è mancato Elio Berra. Difficile riassumere i tanti fronti in cui la sua vita è stata impegnata.
Elio era nato a Taipana, dove aveva sempre mantenuto la propria casa. Come caposquadra in ambito industriale aveva spesso trascorso lunghi periodi all’estero, soprattuto nei paesi dell’ex Unione sovietica. Da migrante aveva imparato il valore del lavoro, che crea rapporti al di là di nazionalità, lingua ed etnia. Il dialetto sloveno, la lingua madre di cui da bambino, a causa della propaganda nazionalista, si era vergongnato, coi partner di lavoro di lingua russa lo aveva messo in una posizione di vantaggio. Spesso gli era stato più facile, infatti, instaurare rapporti e creare rispetto, a un livello non sempre possibile per i i suoi colleghi che parlavano solo italiano.
Rientrato definitivamente a Taipana, è stato presto coinvolto nella politica locale, allora ancora caratterizzata da pregiudizio etnico e più tardi gravata dalle regole dell’economia moderna, che vedevano territori montani come il suo al margine.
Berra era stato sindaco a metà degli anni Ottanta, e più tardi per tre mandati consecutivi, dal 1999 al 2014. È stato in quest’ultimo periodo che ha potuto concretizzare molti progetti, fino a festeggiare la caduta della barriera tra Est ed Ovest, con l’ingresso della Slovenia nell’area Schengen, il 21 dicembre 2007.
Nella ricerca di modalità con cui dare sostegno e nuova popolazione a un territorio che agli occhi di molti esterni sembrava solo destinato al declino, nella sua attività politica Berra ha mirato a rafforzare le relazioni di Taipana col retroterra della Repubblica di Slovenia, incentivando la partecipazione ad eventi culturali, feste paesane e ricorrenze religiose della popolazione residente da entrambe le parti del poi ex confine. L’ex confine avrebbe potuto diventare un’opportunità – e di certo la popolazione avrebbe potuto rendersi conto da sé del vantaggio rappresentato dal parlare non solo italiano, ma anche sloveno o dialetto sloveno. Ossia quello di essere gente di casa in due stati e due mondi allo stesso tempo. Questo vantaggio lo presentava anche da sindaco, col proprio esempio. Caldeggiava, infatti, i propri interlocutori che lo sapevano a parlargli nel dialetto sloveno della zona.
A Berra va, quindi, ascritto il merito di avere reso un valore il senso dell’identità locale di Taipana, in questo modo ma anche in molti altri.
Ricordiamo la promozione di diverse pubblicazioni, tra cui il volume bilingue «Taipana – Gente storia cultura », pubblicato nel 2002 dal Comune di Taipana, l’apposizione della segnaletica bilingue e l’incentivazione dell’insegnamento dello sloveno nei locali plessi scolastici. Purtroppo non ha visto realizzazione, per diversità di vedute con l’amministrazione di Lusevera/Bardo, il suo sforzo in favore dell’introduzione dell’insegnamento bilingue nella zona delle Valli del Torre e del Cornappo, nell’ambito dell’Istituto comprensivo di Tarcento e col sostegno dei genitori. Nel 2013, all’incontro annuale d’inizio anno tra gli sloveni della provincia di Udine e della Valle dell’Isonzo, gli era stato conferito il riconoscimento Gujonovo priznanje per la sua attività di collegamento, da sindaco di Taipana, tra Slovenia e Italia.
La sua voglia di fare comunità ha continuato a trovare espressione anche dopo la sua graduale uscita di scena dalla vita politica di Taipana, originata dalla sua visione critica rispetto allo statuto dell’Uti del Torre. Se un albero collassava sulla strada, era tra i primi a prendere la motosega per rimuoverlo. Finché aveva potuto, aveva cantato nel coro Naše vasi, uno dei simboli della Val Cornappo. Negli anni aveva imparato piuttosto bene il russo, tanto da essersi cimentato, poi, nella traduzione di testi del cantautore, attore, poeta e dissidente sovietico Vladimir Semënovič Vysotskij.
Lascia la moglie Vanda, le figlie Alessia e Barbara con Mario e la sorella Carla. I funerali sono stati celebrati giovedì, 11 gennaio, a Taipana. (Luciano Lister)