Bilingue, soluzione ancora in alto mare

 
 
Per il Friuli Venezia Giulia la scuola bilingue di San Pietro al Natisone rappresenta un fiore all'occhiello e un'istituzione di prestigio proprio per la sua impostazione bilingue. Lo ha affermato il presidente del Friuli – Venezia Giulia, Renzo Tondo, nel corso dell’incontro con il ministro per gli sloveni d’oltre confine e nel mondo del governo di Lubiana, Boštjan Žekš, che ha avuto luogo lo scorso 4 maggio a Trieste.
Nell'incontro, Tondo era affiancato dagli assessori per le Relazioni internazionali e comunitarie, Federica Seganti, e alla Cultura, Roberto Molinaro, mentre Žekš era accompagnato dal sottosegretario, Boris Jesih, e dal console generale di Slovenia a Trieste, Vlasta Valenčič Pelikan. Ha partecipato alla riunione anche il consigliere regionale della Slovenska skupnost Igor Gabrovec.
Ampie rassicurazioni sono state fornite al ministro sloveno sul futuro della scuola bilingue e l'assessore Molinaro ha avuto modo di chiarire i passi più recenti compiuti dalla Regione per arrivare a una soluzione duratura nel tempo che assicuri agli alunni una tranquilla prosecuzione degli studi in una struttura sicura e accentrata, per quanto le circostanze lo possono permettere.
«Quello di oggi — ha rilevato Tondo — è un appuntamento importante, che consente di dare continuità ai rapporti istituzionali affrontando problemi concreti. Vi è un interesse reciproco a rafforzare la cooperazione bilaterale e, in questo percorso, le minoranze rappresentano un valore aggiunto».
Il ministro Žekš si è da parte sua augurato che il finanziamento statale annuale per la minoranza slovena in Italia, pari a un milione di euro, possa essere erogato in via ordinaria, senza dover cioè avviare ogni anno una nuova trattativa fra i due Paesi. Su questo Tondo ha confermato l'impegno della Regione nei confronti del Governo nazionale, proprio per arrivare a una condizione di certezza della risorse.
La scuola bilingue di San Pietro al Natisone, dunque, è stata posta all’attenzione del governo regionale, che sta prendendo in esame le possibili soluzione, come ha confermato l’assessore Molinare, per tenere la scuola unita a San Pietro al Natisone.
Della futura sistemazione dei 221 alunni che frequentano la bilingue e che ora sono dislocati in tre diverse strutture di San Pietro, con tutti i problemi organizzativi e didattici che questa improvvisa diaspora comporta, si interessata anche la sesta commissione regionale permanente, presieduta da Piero Camber (Pdl). Su iniziativa del consigliere del Pd-Slovenska Skup, Igor Gabrovec, la commissione ha compiuto una visita per conoscere la situazione e le aspettative della dirigenza della scuola e dei genitori degli alunni. Della delegazione facevano parte oltre ai già citati Camber e Gaborovec, i consiglieri Paride Cargnelutti (Pdl), Ugo De Mattia e Enore Picco della Lega, Franco Iacop (Pd), Igor Kocijančič (Sa-Prc) e Stefano Pustetto (Sa-Sel).
La situazione, esposta dal sindaco Tiziano Manzini, è tale che l'opera di messa in sicurezza dell'edificio dove l'Istituto bilingue aveva sede non offre certezze né di tempi né di costi e i fondi stanziati dallo Stato e vincolati all'adeguamento di questo edificio potrebbero risultare insufficienti. Manzini ha anche evidenziato che esistono spazi nei Comuni limitrofi, così come ha fatto la dirigente dell'Istituto comprensivo statale di San Pietro, Margherita Cencig. Una soluzione di spostamento provvisoria è accettabile per l'assessore comunale all'Istruzione, Aurelio Massera, che però non vedrebbe di buon occhio il trasferimento permanente di nessuna delle realtà scolastiche presenti a San Pietro.
Ad illustrare l’attuale situazione e le attese delle varie componenti dell’Istituco statale comprensivo sono stati la dirigente Živa Gruden e il presidente del consiglio d’istituto Michele Coren, i quali hanno ribadito quanto in altre sedi è stato esposto e che cioè la scuola bilingue deve rimanere a San Pietro al Natisone in un’unica struttura. E ciò per comprensibili motivi didattici ed organizzativi dal momento che, proprio per la sua particolare impostazione, esiste tra i diversi cicli scolastici una continuità e collaborazione che verrebbe compromessa dalla divisione forzata delle classi in ambienti diversi o, peggio, distanti.
Ed è stata proprio il college del capoluogo delle Valli del Natisone ad animare la discussione. Il genitori degli alunni vedono in esso la soluzione ideale e duratura per la sistemazione della scuola bilingue, in tempi ragionevolmente veloci e con finanziamenti contenuti. A questo proposito hanno anche presentato un progetto circostanziato, elaborato da genitori architetti ed ingegneri. Ma questa soluzione è stata fermamente respinta dalla dirigente del convitto cividalese Paolo Diacono, Anna Maria Germini, la quale ha ricordato che la struttura ospita studenti delle scuole superiori che vi svolgono anche alcune attività di studio.
L’osservatore esterno ha l’impressione che una soluzione sia ancora lontana, mentre l’anno scolastico si sta chiudendo e il nuovo si avvicina a grandi passi. Si attende che chi ha in mano anche la soluzione finanziaria della questione si assuma al più presto le proprie responsabilità.

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