Approvata la legge sul recupero dei terreni incolti o abbandonati

 
 
Lo scorso 7 giugno il consiglio regionale ha approvato all'unanimità (49 i sì) la legge che punta al risanamento e al recupero dei terreni incolti o abbandonati nelle aree montane, presentata da Franco Baritussio del Pdl. L'abbandono del territorio, si legge nell’introduzione al testo della legge, in particolare nelle aree montane, ha contribuito nel corso del tempo ad accrescere, se non a provocare direttamente, alcuni seri problemi che riguardano la stabilità e la sicurezza dei terreni, il degrado paesistico e ambientale con conseguenze che si riflettono, purtroppo, anche sulla salute dell'uomo.
Il provvedimento è finalizzato al recupero e alla rivalorizzazione dei terreni incolti e abbandonati e mira in particolare, attraverso interventi di sfalcio, fresatura, trinciatura, decespugliamento ed eventuale taglio di alberi, a conservare e migliorare il paesaggio, salvaguardare il suolo e gli equilibri idrogeologici, prevenire e contenere gli incendi boschivi, combattere il degrado ambientale e le sue conseguenze negative sulla salute dell'uomo come la diffusione delle zecche e degli altri parassiti e animali nocivi, risanare e recuperare i terreni anche promuovendo il loro successivo mantenimento attraverso il riutilizzo per finalità agricole. Con questi interventi è possibile anche favorire e sfruttare l'impiego di risorse lavorative locali coinvolgendo il settore zootecnico.
Al comune spetterà la programmazione e la realizzazione degli interventi, con strumenti tecnici e amministrativi per superare alcune importanti difficoltà, fin qui incontrate, di ordine giuridico e burocratico. La novità, infatti, è la possibilità data ai Comuni, nei casi in cui il proprietario del terreno interessato non fosse in grado di effettuare l'intervento di recupero e di mantenimento, di procedere in via amministrativa in forza di idonei strumenti normativi per tutelare il pubblico interesse di salute, sicurezza, stato di necessità o pericolo per la cittadinanza. La Regione concorrerà alle spese degli interventi, che verranno graduati secondo la presenza o meno di vegetazione arborea arbustiva sul terreno interessato e le difficoltà relative all'orografia, le pendenze e l'accesso dei terreni stessi.
Accolti dall'aula alcuni emendamenti, per lo più tecnici ma non solo e tutti a firma Franco Baritussio. Innanzitutto, la norma verrà estesa anche ai territori non montani del Friuli – Venezia Giulia (ma in questo caso la Regione non concorrerà alle spese) e comunque la Giunta, in casi specifici e urgenti e con il parere della commissione competente, potrà individuare ulteriori zone su cui estendere i benefici della legge, compreso quello finanziario. Si è stabilito poi che ogni intervento si applicherà in via prioritaria in un perimetro entro i 500 metri dagli abitati. Inoltre, il proprietario del terreno in qualsiasi momento potrà sostituirsi al Comune o al soggetto che ha attuato il recupero del terreno rimborsando però a questi i costi sostenuti.
A disposizione per il 2010, 50 mila euro. Appena!

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