A Resia scuole in pericolo, ma il Comune prende tempo

 
 
Un anno sabbatico per monitorare le scelte degli altri comuni e valutare le varie possibilità che possono scongiurare la chiusura delle scuole di Resia, che soffriranno in futuro della contingenza numerica e dovranno individuare le strategie necessarie a mantenere — possibilmente — il servizio in valle, ma, al momento, non c'è urgenza. Questo il messaggio espresso nel corso dell'incontro organizzato sabato 22 ottobre dal sindaco, Sergio Chinese, al quale sono stati invitati i genitori dei ragazzi frequentanti le locali scuole e gli insegnanti che lì prestano servizio.
Dopo aver fornito un quadro generale critico ma non urgente, il sindaco Chinese ha sottolineato l'intendimento dell'Amministrazione di far leva, nelle sedi competenti, sulla specificità rappresentata dalla minoranza linguistica «resiana» che, a suo dire, ha già fatto breccia nella sensibilità dell'assessore regionale Molinaro tanto da fargli promettere di fare il possibile per non chiudere le scuole di Resia.
Tuttavia, il sindaco e l'assessore alla cultura, Cristina Buttolo, ritengono necessario individuare altre eventuali opzioni affinché, qualora la prima non trovi il consenso istituzionale necessario, ce ne siano altre a cui attingere. Ad esempio la formula delle classi aperte, oppure quella che prevede il mantenimento di un ciclo a Resia e dell'altro in un Comune limitrofo, oppure ancora, quella di qualificare il «punto di erogazione» (così vengono chiamate le scuole, ha spiegato l'assessore) con laboratori scientifici da istituirsi nella sede del Parco naturale delle Prealpi Giulie, revisionando l'aula informatica o installando nelle aule le lavagne interattive.
Da sottolineare, a tal proposito, che in Germania le reti Wi-Fi per le connessioni ad internet senza fili, utilizzate per l'uso della lavagna interattiva, sono state tolte in tutte le scuole per i possibili rischi a carico della salute dei bambini per l'esposizione alle onde elettromagnetiche.
La riforma Gelmini, dunque, pare non spiazzare l'amministrazione comunale di Resia che è (forse neanche tanto) convinta di avere un forte potere contrattuale e di riuscire a salvare le scuole richiamandosi, ad esempio, alle comunità ladine del Trentino, senza volontariamente riferirsi alle scelte operate da comuni vicini che si sono appellati alle vigenti leggi di tutela delle minoranze linguistiche slovene e germanofone per chiedere il modello bilingue.
E forte delle proprie convinzioni il sindaco ha invitato i presenti a comunicargli i nominativi di cinque genitori con i quali costituire un gruppo di lavoro.
Qualcuno ha chiesto un incontro con il dirigente dell'istituto comprensivo per approfondire l'argomento trattato, forse, con troppa leggerezza e disinvoltura, mentre il corpo docente ha annunciato che presenterà delle proposte per salvare le scuole.
In breve la seduta è tolta con una parte dei presenti rassicurata e sorridente e l'altra perplessa e preoccupata.

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