Pandemia, guerra e crisi_Pandemija, vojna in kriza

Stiamo ancora combattendo con la pandemia ed ecco che ci troviamo con la guerra in Ucraina, con conseguenze che soffriamo anche noi. Tre calamità che ci sono piombate addosso e da cui non sappiamo come uscire. Intanto la pandemia imperversa anche se non ce ne accorgiamo, perché si sono allentate tutte le precauzioni e così ci sembra di essere liberi, mentre il bollettino dei decessi continua la sua marcia silenziosa, ma inesorabile. Le vaccinazioni ci hanno salvato dalle conseguenze più gravi, ma dobbiamo stare attenti per noi e per gli altri.

C’è poi la terribile guerra in Ucraina. Ero convinto che non scoppiasse mai, perché una semplice valutazione politica la rendeva paradossale, come stiamo vedendo. Se Putin voleva l’Ucraina in quanto legata alla storia della Grande Russia, certamente quello adoperato era l’unico modo sbagliato. Se voleva una federazione, non la poteva ottenere con le bombe e altre atrocità. Così facendo ha danneggiato anche i Russi che vivono in Ucraina e pure la Russia stessa, che ora si vede contro tutto il mondo occidentale.

Non contiamo poi i riflessi negativi sull’economia, che riguardano anche noi. Con questa guerra e con le sanzioni siamo entrati tutti in una economia quasi da guerra. Fabbriche che chiudono, mancanza di lavoro, bollette impossibili. E non si vedono soluzioni perché prevale la volontà dello scontro e della contrapposizione tra due mondi opposti. Anche da noi, semmai più da noi, si sentono gli effetti di questi disastri, con l’aggiunta che ci vengono decurtati, nella distribuzione territoriale, i fondi previsti alla legge per la nostra tutela. Come se nuotassimo nell’abbondanza!

Come uscire da queste situazioni così intricate? Per noi cristiani esistono due modi, la preghiera e la testimonianza pubblica. È importante che ritroviamo la strada della chiesa, perché in troppi l’abbiamo abbandonata. Se già prima della pandemia eravamo in difficoltà, con il contagio le cose si sono aggravate. E bisogna ricuperare, non dimenticando il vantaggio di essere cristiani. E poi c’è la testimonianza, cioè rendere manifesto il nostro pensiero ed agire di conseguenza. Non convincerà i potenti, ma creerà una mentalità ed uno stile che di per sé vale una vita.

Marino Qualizza

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