Bardo, 50 let Muzeja za Tersko dolino_Lusevera, 50 anni di Museo sul Torre

In occasione della tradizionale sagra di Sveta Marija zdravja/Madonna della salute, sabato 1 luglio a Lusevera/Bardo sono stati festeggiati i cinquant’anni del locale Museo etnografico. Alle 16 è stata inaugurata la mostra sul mezzo secolo di attività, alle 17, nell’area festeggiamenti Mlaka, il ricercatore Janoš Ježovnik, dell’Accademia slovena, ha parlato dei dialetti sloveni del Torre, argomento della sua tesi di dottorato, alle 18.30 musica presso la Nova Coop con Paolo Forte alla fisarmonica.

Il Museo etnografico è il vanto della comunità di Lusevera e il principale centro culturale dell’Alta Val Torre/Terska dolina. Fu costituito nel 1973, nell’edificio che prima ospitava la latteria del paese, su iniziativa di Guglielmo Cerno, che raccolse un gruppo di studiosi del Centro ricerche culturali di Lusevera/Center za kulturne raziskave Bardo. Colpito dal terremoto del 1976, restò a lungo chiuso, per essere poi riallestito dagli esperti del «Goriški Muzej» di Nova Gorica. Riaprì nel 1981. Nel 2012, con la ristrutturazione dell’edificio, ci fu un nuovo riallestimento. In quattro stanze al primo piano, sono esposte centinaia di oggetti. Dalla stanza dedicata alla lavorazione e trasformazione del latte, a quella incentrata sui mestieri nei campi, alla tessitura, al taglio della legna, fino a un intimo spazio centrato sulla fede e religiosità della comunità. E ancora ferri da stiro, immagini d’epoca e scritti della Lusevera di un tempo, tratti dal libro-diario di Alessandra Molaro Ferrari, una delle prime maestre della valle. Raggiunse Lusevera nel 1916, anni in cui la scuola elementare contava un gran numero di allievi e classi. In quel periodo in valle si parlava unicamente il dialetto sloveno. Nei suoi scritti, l’insegnante riporta dettagliatamente usanze, costumi e tradizioni di Lusevera.

In occasione dell’inaugurazione dopo la ristrutturazione, il parroco, don Renzo Calligaro, disse che il museo etnografico «è la materializzazione del nostro passato, spirituale e materiale: testimonianze che cerchiamo di non perdere e a cui ci sentiamo fortemente legati. Se perdiamo la nostra cultura, la lingua, la nostra storia, il passato, allora perdiamo l’anima e a quel punto non si torna più indietro. Che senso ha, infatti, per l’uomo, possedere tutto il mondo se poi perde sé stesso?».

Attraverso il progetto «Zborzbirk» dell’Accademia slovena, con partner anche il Comune di Lusevera, l’Università di Udine e l’Inštitut za slovensko kulturo/Istituto per la cultura slovena, il museo è entrato in rete insieme agli altri musei etnografici di Benecia, Resia e Valcanale.

Come accennato in apertura, i festeggiamenti per i 50 anni del Museo etnografico hanno fatto parte del programma della sagra, celebrata domenica 2 luglio, con la santa messa della mattina e il vespero con la processione della statua della Vergine nel pomeriggio. (R. D.)

Med praznovanji v čast Sveti Mariji zdravja, so v soboto, 1. julija, v Bardu obhajali petdesetletnico ustanovitve Etnografskega muzeja. Ob 16.00 so otvorili razstavo o dejavnostih v preteklih petdesetih letih, ob 17.00 je v kraju Mlaka raziskovalec Janoš Ježovnik, ki je kot strokovnjak zaposlen na Znanstvenem raziskovalnem centru Slovenske akademije znanosti in umetnosti, spregovoril o svoji doktorski nalogi o slovenskih narečjih v Terskih dolinah. Zvečer je v baru Nova Coop obiskovalce razveselil harmonikaš Paolo Forte.

Etnografski muzej v Bardu je prava posebnost, saj hrani dediščino, ki priča o snovni kulturi celega območja. Ustanovljen je bil leta 1973 v bivši vaški mlekarni, sicer na pobudo Viljema Cerna in skupine kulturnih delavcev, članov Centra za kulturne raziskave Bardo.

Po potresu leta 1976 je ostal zaprt do leta 1981. Leta 2012 je bil muzej obnovljen; pri obnovi predmetov so sodelovali strokovnjaki Goriškega muzeja iz Nove Gorice.

V nedeljo, 2. julija, so kot vsako leto v Bardu z Mašo in procesijo počastili Sveto Marijo.

Deli članek / Condividi l’articolo

Facebook
WhatsApp