Da qualche tempo c’è un gran parlare di guerre di religione, dopo che è esploso il terrorismo di matrice islamica, che ha colpito l’Occidente, a cominciare dal tragico 11 settembre del 2001. Benché nelle azioni dei fanatici ci sia un evidente richiamo religioso, l’attacco agli Usa dimostra che l’obiettivo non è la Religione Cristiana, ma l’imperialismo occidentale, incarnato proprio dagli Usa. Che poi nei già citati gruppi estremisti si celino o manifestino progetti di dominio universale in nome della comunità islamica, altro non è che la dimostrazione, di sostituire gli Usa e l’Occidente europeo nel dominio.
Dunque, una dimostrazione di potere che si contrappone ad altro potere, appunto quello coincidente con il mondo cristiano, purtroppo solo come etichetta, giacché il nostro mondo, forse, non è più neanche nominalmente cristiano. Che cosa resta allora all’orizzonte? Una grande corsa agli armamenti, un vorticoso giro finanziario, uno sfruttamento brutale di terra, mare e cielo, da cui ci sovrasta la nube tossica di anidride carbonica, che in Cina ha già oscurato il sole.
Le conseguenze sono presto enumerate: nelle mani di pochissimi c’è la ricchezza del mondo intero e viene amministrata in modo tale, che invece di essere partecipata, viene ulteriormente sottratta ai bisognosi. C’è poco di buono da aspettarsi da questo mondo.
In Brasile, nei decenni scorsi, si era sviluppata la Teologia della liberazione, che aveva come obiettivo la coscientizzazione dei poveri, per farli protagonisti attivi della loro vita e creatori di un ordine sociale basato sulla giustizia della solidarietà e nel ripudio della violenza. È significativo che questo progetto sia nato dal Vangelo. Laddove manca questa ispirazione, è facile che la scelta sia il fanatismo terroristico o ideologico, che cambia le cose, peggiorandole.
Agli strilli che anche in Italia si levano, giustamente, contro il terrorismo, non si può rispondere con il rispolvero di nuove guerre o con l’odio generico verso il diverso, ma con il ritorno alle radici cristiane, che hanno fatto l’Europa con Benedetto, Cirillo e Metodio e rinnovato con Francesco. Tornando a queste sorgenti, che irrorano le nostre radici, troveremo risposte adeguate, anche se mai definitive, ai problemi d’oggi. Ci basta l’oggi. Domani è un altro giorno.
Marino Qualizza
Non per fede, ma per potere_Ne gre za vero, a za oblast
Da qualche tempo c’è un gran parlare di guerre di religione, dopo che è esploso il terrorismo di matrice islamica, che ha colpito l’Occidente, a cominciare dal tragico 11 settembre del 2001. Benché nelle azioni dei fanatici ci sia un evidente richiamo religioso, l’attacco agli Usa dimostra che l’obiettivo non è la Religione Cristiana, ma l’imperialismo occidentale, incarnato proprio dagli Usa. Che poi nei già citati gruppi estremisti si celino o manifestino progetti di dominio universale in nome della comunità islamica, altro non è che la dimostrazione, di sostituire gli Usa e l’Occidente europeo nel dominio.
Dunque, una dimostrazione di potere che si contrappone ad altro potere, appunto quello coincidente con il mondo cristiano, purtroppo solo come etichetta, giacché il nostro mondo, forse, non è più neanche nominalmente cristiano. Che cosa resta allora all’orizzonte? Una grande corsa agli armamenti, un vorticoso giro finanziario, uno sfruttamento brutale di terra, mare e cielo, da cui ci sovrasta la nube tossica di anidride carbonica, che in Cina ha già oscurato il sole.
Le conseguenze sono presto enumerate: nelle mani di pochissimi c’è la ricchezza del mondo intero e viene amministrata in modo tale, che invece di essere partecipata, viene ulteriormente sottratta ai bisognosi. C’è poco di buono da aspettarsi da questo mondo.
In Brasile, nei decenni scorsi, si era sviluppata la Teologia della liberazione, che aveva come obiettivo la coscientizzazione dei poveri, per farli protagonisti attivi della loro vita e creatori di un ordine sociale basato sulla giustizia della solidarietà e nel ripudio della violenza. È significativo che questo progetto sia nato dal Vangelo. Laddove manca questa ispirazione, è facile che la scelta sia il fanatismo terroristico o ideologico, che cambia le cose, peggiorandole.
Agli strilli che anche in Italia si levano, giustamente, contro il terrorismo, non si può rispondere con il rispolvero di nuove guerre o con l’odio generico verso il diverso, ma con il ritorno alle radici cristiane, che hanno fatto l’Europa con Benedetto, Cirillo e Metodio e rinnovato con Francesco. Tornando a queste sorgenti, che irrorano le nostre radici, troveremo risposte adeguate, anche se mai definitive, ai problemi d’oggi. Ci basta l’oggi. Domani è un altro giorno.
Marino Qualizza
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