V Brezjah po Nebeški poti_A Montemaggiore sul Cammino celeste

Montemaggiore/Brezje

A causa della pandemia di Covid-19, quest’anno pellegrini e camminatori lungo il Cammino celeste sono stati di meno, ma il flusso non si è fermato. Ricordiamo che il percorso all’insegna di fede, natura e cultura è nato nel 2006 dall’iniziativa di un gruppo di fedeli di Friuli-Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia.

I suoi itinerari riuniscono pellegrini di diversa etnia e cittadinanza proprio a Lussari/Svete Višarje, dove già da secoli le genti di lingua slovena, tedesca, friulana e italiana si rivolgono a Maria. Il Cammino celeste si compone di tre percorsi: italiano con partenza a Aquileia, sloveno, con partenza da Brezje, e austriaco, con partenza da Maria Saal.

Passando per la provincia di Udine, il Cammino italiano tocca tutte le zone in cui sono ancora parlati i locali dialetti sloveni. Tra queste anche la Val Cornappo, arrivando a Montemaggiore/Brezje da Masarolis/Mažeruola.

Qui turisti e pellegrini possono trovare un letto su cui dormire e un posto dove rifocillarsi al Bed and breakfast Casa Svetlana, oppure al locale centro sociale comunale, al momento seguito da Anita Tomasino. Una volta la struttura rientrava nell’ambito dell’offerta turistica del consorzio Dolce Nordest. Conta alcune camere singole e matrimoniali, un soppalco in cui dormire in molti, una cucina e servizi igienici.

Il Centro sociale comunale/Občinski družbeni center

Anita, che ha 71 anni e da qualche tempo ha fatto ritorno a Montemaggiore col marito dopo un periodo di lontananza per lavoro, spiega: «Ora la struttura è rivolta sia ai camminatori del Cammino celeste, sia a quelli lungo la Via alpina e gli altri percorsi presenti sul territorio, come il Cammino mariano». Lo stabile, che è di proprietà del Comune, è stato dato in gestione al Consorzio boschivo di Montemaggiore, presieduto da Armando Noacco. Anita, che in municipio a Taipana è anche consigliera comunale, in seno all’amministrazione guidata da Alan Cecutti, spiega: «Il sindaco giovane ha capito le necessità della frazione e mi ha incoraggiato a seguire il decollo della struttura. L’anno scorso l’ho seguita per il primo anno. Il coronavirus ancora non imperversava ed è andata molto bene. Mi sono interfacciata con Aurelio Pantanali, che segue il Cammino celeste, e lui mi ha inserito come referente per la struttura del centro sociale comunale sul sito camminoceleste.eu, nonché portato le credenziali e tutto il necessario. Pellegrini e turisti possono fermarsi qui lasciando un’offerta libera».

Fino all’anno scorso Anita agiva in proficua sinergia con Ivano Carloni, che la scorsa stagione seguiva ancora il punto d’arrivo della tappa successiva, al Rifugio ANA sul Gran Monte, sopra Monteaperta/Viškorša, in località Špik.

«Ivano ed io ci sentivano per scambiarci informazioni sul numero e sugli orari di partenza e arrivo dei pellegrini, anche per organizzarci al meglio. La coordinazione l’anno scorso ha funzionato molto bene; purtroppo quest’anno il rifugio è rimasto chiuso, col bivacco però attivo».

La scorsa estate, sempre in considerazione della pandemia di nuovo coronavirus, c’era molta indecisione circa l’aprire o meno la struttura, ma le telefonate di interessati a soggiornarvi non si fermavano. «Il presidente del Consorzio boschivo di Montemaggiore, Armando Noacco, si è molto attivato in questo senso e, assieme a Aurelio Pantanali, negli ultimi giorni di luglio siamo riusciti a riaprire la stuttura». Sono sempre garantiti distanziamento e sanificazione, con la massima sicurezza. «Anche se i diversi gruppi fanno passaparola tra loro, quest’anno il flusso – nota Anita – è stato minore, sia per il coronavirus, sia per il fatto che il rifugio sul Gran Monte è rimasto chiuso, col solo bivacco attivo».

Tra questa e la prossima stagione, probabilmente intercorrerà un bando per la futura gestione.

«Se come Consorzio boschivo di Montemaggiore – che peraltro, di recente, ha ricevuto un finanziamento di centomila euro per sistemare la sesta tappa del percorso del Cammino celeste – avremo le carte in regola per averla, spero che potremo individuare chi la gestirà. Ne sono ancora referente fino a novembre. Comunque è necessario gestirla da qui. I pellegrini, infatti, possono arrivare a qualunque orario».

La struttura, in ogni caso, è di tutti «e soprattutto dei montemaggiorini», ci tiene a precisare Anita. Un tempo, infatti, ospitava la scuola della frazione taipanese, che ora conta una decina di abitanti. «Qui ho frequentato le scuole elementari, assieme ai miei compagni. Io qui ho le radici. Il mio interesse è in favore del territorio, non personale, anche se i feedback dei pellegrini ricevuti da me e dal presidente del Consorzio sulla gestione della struttura sono veramente molto positivi».

Occuparsi del Cammino celeste lascia molte emozioni a livello umano, nota infine Anita. «I pellegrini, ognuno con la propria motivazione, arrivano alla quinta tappa, quella di Montemaggiore, con la prospettiva d’iniziare la parte in montagna e spesso vanno motivati, anche solo con una parola. Quando arrivano a Lussari molti di loro mi mandano la foto per mostrarmi che sono arrivati. Allora sono proprio contenta, è qualcosa che non si può spiegare. Ognuno di loro mi lascia un pezzettino del proprio cuore». E non per niente molto a riguardo lasciano intendere i pensieri lasciati dai pellegrini sul diario della struttura. (Luciano Lister)

Na Nebeški poti je poleti bilo manj romarjev; pandemija novega koronavirusa vsekakor pretoka ni popolnoma ustavila. Bralce spominjamo, da je Nebeška pot romarska pot, ki je nastala leta 2006 na pobudo raznih romarjev iz Furlanije-Julijske krajine, Slovenije in Koroške. Je mednarodna pot, saj združuje romarje različnih narodnosti prav na Višarjah, kjer Marijo že stoletja častijo Slovenci, Nemci, Furlani in Italijani.

Nebeško pot sestavljajo tri poti: italijanska, slovenska in avstrijska. Italijanska romarska pot izvira iz Ogleja v Italiji; slovenska z Brezij v Sloveniji; avstrijska pa od Gospe Svete na avstrijskem Koroškem.

V videnskem delu tako idealno združuje vsa področja, kjer je uradno priznana slovenska manjšina – od Idarske do Kanalske doline.

V Brezje v Karnajski dolini pelje iz Mažeruol. Turisti in romarji lahko tukaj prenočijo v hiši Casa Svetlana ali v občinskem družbenem središču, ki ga zdaj upravlja Anita Tomasino. Nekoč je središče spadalo v ponudbo konzorcija Dolce Nordest. Ponuja enoposteljne in dvoposteljne sobe, skupno spalnico, stranišči s kopalnico in kuhinjo.

Anita, ki je stara 71 let in je v Tipani med drugim občinska svetnica, si zelo prizadeva za razvoj občinskega družbenega središča. Več let jo je delo zaneslo drugam, zdaj se je z možem vračala v Brezje, kjer se je rodila.

Povedala nam je, da je občinsko družbeno središče namenjeno tako pohodnikom na Nebeški poti kot pohodnikom na Marijini poti in na poti Via Alpina. Poslopje je last Občine Tipana, upravlja ga pa Gozdarski konzorcij Brezje, ki mu predseduje Armando Noacco. Letos poleti je romarje in pohodnike občinsko družbeno središče sprejelo še posebej med koncem julija in začetkom septembra. Anita bo za poslopje skrbela vse do novembra, saj bo pred naslednjo romarsko sezono Občina Tipana izbrala novega upravitelja.

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