La stagione fredda è alle porte e il ministro della Transizione ecologica ha firmato il Decreto che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale.
Il periodo di accensione degli impianti è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio. In presenza di situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta. Inoltre, i valori di temperatura dell’aria sono ridotti di un grado centigrado.
Il territorio italiano è suddiviso in sei zone. I comuni di Tarvisio, Malborghetto- Valbruna, Resia, Lusevera, Taipana, Pulfero, Drenchia e Stregna dono inseriti in zona F, nella quale non c’è alcune limitazione all’accensione del riscaldamento, gli altri comuni sono tutti in zona E, dove si può riscaldare per un massimo di 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile.
Questo per gli impianti a gas. Ma anche chi riscalda a legna e a pellet ha i sui grattacapi, considerato il balzo dei prezzi delle materie prime. Tanto che il consigliere regionale Giuseppe Sibau, in Consiglio regionale lo scorso 29 settembre ha di «intervenire quanto prima per tutelare le famiglie strozzate dai rincari di luce e gas, con particolare attenzioneal tema del pellet ». «Tante persone, anche grazie agli incentivi e detrazioni presenti, hanno deciso di acquistare stufe e caldaie a pellet ritrovandosi poi, però, con costi al sacco triplicati, dai 4 fino anche agli 11/13 euro di oggi», ha rilevato Sibau, che vive a Iesizza e ha ben presente la situazione. «Chi ha acquistato auto elettriche è inoltre in ginocchio per il triplicato prezzo dell’energia, mentre gli stipendi non sono minimamente aumentati. L’assessorato all’Ambiente ha risposto che, assieme all’Agricoltura, verrà attuato un tavolo di lavoro con i portatori d’interesse perché è urgenza della nostra Regione sviluppare una propria filiera del legno. Speriamo sia un primo, incisivo, passo verso il contenimento dei costi, anche sensibilizzando il nuovo governo», ha commentato il consigliere regionale.
Da parte sua, il sindaco di San Leonardo, Antonio Comugnaro, torna sulla questione dell’accensione dell’illuminazione pubblica, della quale abbiamo scritto lo scorso numero del Dom. Considerando che la spesa per l’elettrica è quasi triplicata rispetto alla media degli ultimi anni, già dallo scorso mese di marzo l’illuminazione pubblica viene spenta all’1, nel limitrofo comune di Stregna già alle 23. E ora anche il Comune di Pulfero ha deciso di spegnere i lampioni dalle 23 alle 5, eccetto quelli delle frazioni attraversate dalla Statale 54.
«Quella di tenere spenta l’illuminazione pubblica per alcune ore notturne è una misura che si sta diffondendo. Qualcuno cerca di resistere, tuttavia mi pare non ci sia alternativa. Ho ricevuto lamentele da parte di alcuni cittadini, ma io ritengo giusto risparmiare, piuttosto che continuare con il “qualcuno pagherà”. Magari si rischia l’impopolarità, ma non si può far finta di niente», è chiaro Comugnaro.
Quanto al riscaldamento, il primo cittadino di San Leonardo, nell’attuale situazione energetica, va fiero della centrale a biomassa del proprio Comune che riscalda scuole elementari e medie, palestra, spogliatoi degli impianti sportivi e sede del circolo culturale. «Così non siamo soggetti a limitazioni e bruciamo cippato prodotto localmente», fa sapere Comugnaro. «Il progetto per estendere il riscaldamento a biomassa al municipio è già finanziato e i lavori partiranno in breve. Poi toccherà alla scuola dell’infanzia. Per l’inverno 2023 contiamo di scaldare con questo sistema tutti gli edifici comunali». (R. D.)