
In Val Resia soffia un vento di ripresa e di rinascita. Non ci si illude, certo, perché il problema dello spopolamento è sempre lì, con i suoi nefasti effetti, ma dal consuntivo del 2024 in fondo al tunnel una luce, seppur lontana, si comincia a intravedere. Nell’anno da poco concluso in valle ci sono state ben 9 nascite, un record.
Ma ancor più importante è che ciò non è il frutto di una casualità, ma il risultato di una lucida strategia, di un forte impegno. Portare lavoro in alta montagna, difendere i servizi essenziali per la popolazione, fare leva sul senso di comunità e sull’unione di intenti, cercare di comprendere quali sono le motivazioni che possono indurre nuove famiglie a spostare la residenza in montagna.
«Possiamo fare leva sui nostri valori storici, che fanno perno sulla famiglia, ma anche sui legami più ampi della comunità – spiega la sindaca di Resia, Anna Maria Micelli – per dare ai nuovi residenti quegli elementi di qualità di vita che cercano. Questo fa sì che i giovani si sentono accolti e sostenuti anche nel loro desiderio di creare una famiglia. E sono sempre di più coloro che vogliono fare una scelta consapevole anche sul luogo dove stabilirsi». Certamente i valori non bastano. «Fondamentale è stata l’apertura dello stabilimento Eurolls a Prato di Resia: 14 nuove assunzioni, tra cui anche dei giovani che si sono stabiliti in valle e hanno messo su famiglia – sottolinea Micelli –. E tra fine 2025 e inizio 2026 aprirà una seconda unità produttiva della stessa azienda a Oseacco con un’altra trentina di assunzioni. E la comunità è pronta a realizzare tutta una serie di iniziative perché i nuovi arrivati si sentano ben accolti. In particolare i giovani che vogliono mettere su famiglia si devono sentire ben accompagnati in questo loro progetto. Per questo abbiamo costituito l’asilo nido familiare, che attualmente ha 8 iscritti».
Il 16 dicembre scorso, alla consegna del premio Stella d’argento, promosso dall’associazione Vivi Stolvizza, il presidente di Eurolls, Renato Railz, pur in un clima di riconoscenza verso la comunità e l’amministrazione comunale, non aveva palesato un grande ottimismo sul secondo stabilimento: «Ci sono problemi che ci impediscono di andare avanti», aveva sottolineato. Ma la sindaca Micelli assicura che la determinazione della Val Resia è più forte degli ostacoli formali. «Abbiamo trovato una soluzione, un punto di equilibrio – assicura Micelli –. D’altra parte qui in valle Eurolls trova la manodopera che altrove in Friuli fa molta fatica ad assumere. E si tratta di una manodopera sempre disponibile a imparare qualcosa di nuovo, perché questo è un tratto culturale e una dote della nostra gente di montagna, che nel tempo per sopravvivere si è inventata mille mestieri».
«Avere ben chiare le proprie radici aiuta ad aprire le ali che servono per volare e andare lontano», sintetizza Micelli. Ciò è vero nell’economia e nel lavoro, ma anche in scelte molto personali come mettere su famiglia: «Sentire di far parte di un progetto più grande, di una comunità, aiuta ad andare oltre a quelle fragilità esistenziali che oggi si frappongono all’impegno di creare una famiglia. La qualità della vita passa anche attraverso le relazioni, la capacità di fare comunità, di affrontare le questioni insieme, di portare avanti progetti, di essere propositivi e positivi, di guardare avanti. Si è famiglia insieme alle altre famiglie, traendo dalla comunità quelle buone energie che ci danno la forza di guardare al futuro anche a dispetto dell’aridità dei numeri che sembra già averci condannato a scomparire».
Molto importante è stata la partecipazione al progetto «Vieni a vivere e a lavorare in montagna», promosso dalla cooperativa Cramârs di Tolmezzo e finanziato dalla Fondazione Friuli: «Mi ha dato la possibilità di parlare con molte famiglie interessate a trasferire la loro residenza a Resia – illustra Micelli –. C’è forte il desiderio di cambiare stile di vita, di ritornare a ritmi di vita più naturali e più in simbiosi con la natura, più a contatto con le persone, di ridare dignità al tempo. Molti vivono altrove delle dinamiche complesse, stancanti, difficili e vogliono cambiare, cercano un’altra dimensione rimettendosi in gioco. Certo, poi, tra il desiderio e la concretezza della scelta si interpone il problema abitativo. Queste famiglie cercano inizialmente case in affitto, perché vogliono in concreto sperimentare vantaggi e svantaggi del vivere in montagna prima di fare una scelta di radicamento definitivo, ma purtroppo la modalità dell’affitto di una casa non è molto diffusa da noi e prevale la vendita».
Che fare dunque per questo problema abitativo? «Le 7 amministrazioni comunali che hanno partecipato al progetto della coop Cramârs hanno suggerito all’assessore regionale alle Infrastrutture e al Territorio, Cristina Amirante, di avere un occhio particolare per il sostegno alle persone che anche da fuori dei confini del Friuli-Venezia Giulia vorrebbero stabilirsi nella montagna friulana – sottolinea Micelli –. Utilizzare le Ater (Aziende territoriali per l’edilizia residenziale, ndr) sarebbe la cosa più logica, trattandosi di progetti sperimentali. Bisogna però superare l’ostacolo dei due anni di residenza in Regione attualmente richiesti per l’accesso alle case Ater sia di edilizia convenzionata che sovvenzionata, perché abbiamo intercettato perlopiù persone da fuori regione che vorrebbero trasferirsi a Resia. Spesso si tratta di persone che porterebbero da noi anche le loro competenze professionali o la loro attività economica, quindi al di fuori degli attuali limiti in termini di reddito e di Isee attualmente richiesti dalle Ater. Andrebbe quindi elaborato uno specifico canale di edilizia abitativa di attrattività per la montagna fondata sull’affitto. Ma anche pensare a incentivi per la ristrutturazione di case in territorio montano da destinare all’affitto o alla vendita a nuovi residenti per renderle adeguate agli attuali standard abitativi. Mi auguro che questo suggerimento possa avere in Regione la giusta attenzione».
Grazie al progetto Vieni a vivere e a lavorare in montagna l’amministrazione comunale ha conosciuto una dottoressa interessata a trasferirsi in montagna e con la quale si conta di poter organizzare una staffetta con l’attuale medico di medicina generale attivo in Val Resia, che dovrà assentarsi per un lungo periodo per completare la sua specializzazione. «Tutti noi speriamo che ciò possa andare in porto, perché la presenza di un servizio primario come il medico di base è fondamentale per dare tranquillità a tutta la comunità locale».
Infine la sindaca Micelli evidenzia la necessità di «strategie fiscali per mantenere le famiglie in montagna e attrarne di altre. Sarebbe sicuramente meno costoso di intervenire poi ex post per affrontare le emergenze ambientali che deriverebbero dall’abbandono e dalla mancata cura del territorio. Se soffre la montagna, soffre anche la pianura. Il territorio va presidiato dalla presenza di persone residenti. Queste proposte di agevolazioni fiscali sono contenute nel progetto di legge nazionale sulla montagna che purtroppo sembra essersi perso nei passaggi tra Camera e Senato. Speriamo che questa norma venga promulgata e applicata al più presto». (Roberto Pensa)
Novi veter upanja piha v dolini Rezija – vsaj po napovedih, ki prihajajo iz županstva. Rezijanska županja Anna Micelli nam je povedala, da so v zadnjem letu v občini beležili devet rojstev, kar je v splošni demografski zimi na gorskem območju zelo spodbuden podatek. Poleg tega se zdi, da bodo kmalu lahko računali na nadaljnjih trideset delovnih mest v tovarnah podjetja Eurolls. Lastnik Renato Railz, ki je med drugim leta 2024 prejel nagrado »Srebrna zvezda«, je očitno premagal začetne pomisleke.
Zaslugo za spodbudne demografske podatke županja Anna Micelli pripisuje tudi projektu zadruge Cramârs »Vieni a vivere e lavorare in montagna« (v slovenščini »Pridi živet in delat na gorsko območje«), ki je dolino Rezija približal različnim zainteresiranim družinam.
Ključno za pridobitev novih prebivalcev ostaja ohranjanje splošnih storitev, na primer prisotnosti zdravnika splošne medicine. Pomemben dejavnik je tudi občutek pripadnosti složni skupnosti, pravi županja Micelli, ki hkrati opozarja na pomanjkanje ugodne nepremičninske ponudbe. Mnoge nove družine bi se vsaj v začetku raje odločile za najem hiše ali stanovanja, vendar je tovrstna ponudba v Reziji precej omejena. Zato bi bilo treba poiskati načine za njeno širitev, tudi v sodelovanju z Deželo Furlanijo-Julijsko krajino.
Na splošno bi k pozitivni sliki pripomoglo tudi sprejetje zakona o gorskem območju, ki bi prinesel davčne olajšave za obrobna območja. Zakonski predlog trenutno ostaja v predalih italijanske poslanske zbornice ali senata.