
Solo il fiume Cosizza può salvare il comune di San Leonardo dalla deturpazione paesaggistica provocata da un parco fotovoltaico ampio 3 ettari che sorgerebbe in frazione Cemur, al fianco della strada provinciale che costituisce la porta di accesso ai comuni di San Leonardo, Drenchia, Grimacco e Stregna.
A poco meno di 60 giorni dalla Conferenza dei servizi che dovrà esprimersi in modo definitivo sulla questione è chiaro ormai che solo il pronunciamento nettamente negativo dell’Autorità di bacino distrettuale delle Alpi Orientali, chiamata ad esprimersi sulla sicurezza idrogeologica dell’impianto, potrebbe fermare il progetto proposto dalla ditta Ese Cemur per una potenza di 3970 kW. Un’opera che il sindaco Antonio Comugnaro ha definito senza mezzi termini «una vera e propria provocazione, un atto di forza contro le nostre comunità. Tra l’altro l’area è stata oggetto di interventi di ripulitura dell’alveo nella prospettiva di realizzare un percorso ciclabile e pedonale con valenza turistica». Ma il parere fortemente negativo, non solo dell’amministrazione municipale, ma anche dell’intero consiglio comunale, per la legge ha un mero valore consultivo. La localizzazione del progetto prevalentemente in area industriale-artigianale e solo in parte agricola, impedisce poi al comune qualsiasi azione sul piano urbanistico.
La questione è quindi appesa ad una serie di cavilli tecnici e procedurali che girano intorno al fiume Cosizza, il quale lambisce il terreno in questione (la più ampia area pianeggiante dell’intera valle). Nella prima conferenza dei servizi, svoltasi il 14 gennaio scorso, l’ing. Irma Bonetto dell’Autorità di bacino ha chiarito che i modelli di simulazione idraulica presentati da Ese Cemur non sono compatibili con quelli dell’Autorità di bacino. I progettisti hanno ribattuto che ci sarebbero degli errori nella piattaforma informatica dell’Autorità di bacino. È prevista dalla normativa una apposita procedura partecipativa per dirimere simili questioni, ma questa non sarà attivabile prima del 2027, perché dal 1° gennaio scorso l’Autorità distrettuale delle Alpi Orientali ha avviato la sua fase ciclica di revisione di tutti i modelli idraulici dei fiumi del Nordest. Questo metterebbe una pietra tombale sull’iter, che potrebbe essere ripresentato nel 2027, ma sicuramente scontando una evoluzione normativa che si annuncia sempre più sfavorevole ai grandi impianti fotovoltaici.
La Regione Friuli Venezia Giulia sta infatti per legiferare sul tema introducendo nuovi significativi limiti: in particolare gli impianti fotovoltaici a terra non potranno occupare più del 3% della superficie agricola comunale e solo nelle aree che saranno previste dalla programmazione regionale e comunale. Aumenterà il ruolo dei comuni e delle popolazioni interessate: per gli impianti superiori a 1 Mw (quindi anche quello di San Leonardo) sono previsti l’obbligo di processi di comunicazione e di consultazione pubblica e maggiori misure compensative. Inoltre, i produttori saranno incentivati a progettare i loro impianti in zone già degradate (cave, ex discariche, terreni già interessati da grandi infrastrutture viarie…) con una ulteriore semplificazione degli iter autorizzativi in queste aree. È la terza volta che si cerca di intervenire con una legge regionale. I due precedenti tentativi sono stati impugnati dal governo, che ha eccepito la competenza regionale in materia, ma ora l’intervento della Regione avviene sulla scia del decreto ministeriale del 21 giugno scorso che dà proprio alle amministrazioni regionali il compito di individuare le aree non idonee ai grandi impianti fotovoltaici ed eolici. L’iter della legge è iniziato lo scorso 11 febbraio in IV Commissione e dovrebbe concludersi in consiglio regionale con l’approvazione della norma nell’ultima settimana del mese.
Intanto delle considerazioni molto interessanti emergono dagli ultimi dati diramati da Terna, la società che si occupa del trasporto dell’energia. «Dal 2021 al 2024 nella nostra regione sono stati installati 652 MW di fotovoltaico – osserva la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Rosaria Capozzi – , 337 dei quali solamente l’anno scorso. In questo modo è stato superato il target prefissato dal Decreto ministeriale ‘Aree idonee’ del 21 giugno 2024 non solo per l’anno appena concluso ma, addirittura, con dodici mesi di anticipo rispetto al target del 2025». La curiosità deriva dal fatto che, dei 14.360 impianti installati nel 2024, solamente quattro sono superiori ai 10 MW, per una potenza complessiva di 66 MW (cioè solo il 10% del totale). Questo significa che, anche senza installare i grandi parchi fotovoltaici autorizzati negli ultimi anni e che stanno facendo discutere le comunità locali, ci stiamo avviando verso la decarbonizzazione anche solo col grande contributo degli impianti fotovoltaici domestici che non danno nessun impatto paesaggistico e ambientale.
Di tutta questa evoluzione legislativa restrittiva il Comune di San Leonardo non si potrà giovare: valgono infatti le norme di maggior favore che erano in vigore alla data di presentazione del progetto. E i promotori della Ese Cemur hanno avuto l’accortezza e il tempismo di avviare l’iter il giorno prima che il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida promulgasse il decreto che nel maggio scorso ha posto più severi vincoli al proliferare di impianti fotovoltaici su terreni agricoli. Così facendo i proponenti possono basarsi sull’ormai superata normativa del 2003, che in una fase pionieristica agevolava in maniera molto spinta e deregolamentata lo sviluppo del fotovoltaico. E sarebbe un fatto simbolico molto significativo se proprio il fiume Cosizza, che questa valle nei millenni l’ha creata e modellata in tutta la sua bellezza col suo incessante scorrere, diventasse la pietra di inciampo per coloro che questo paesaggio vogliono deturpare. (Ivan Grohar)
Samo potok Kosca lahko reši občino Svet Lienart pred škodo, ki bi jo lahko povzročil fotovoltaični park s površino treh hektarjev na Čemurju, ob pokrajinski cesti proti Podutani, Dreki, Garmaku in Sriednjemu.
Čez dva meseca bo morala konferenca o storitvah sprejeti odločitev o zadevi, vendar je že jasno, da lahko načrt podjetja Ese Cemur ustavi le Zavod za okrajno porečje Vzhodnih Alp, in sicer z negativnim mnenjem o hidrogeološki varnosti novega parka. Občina Svet Lienart, z županom Antoniom Comugnarom na čelu, načrtu močno nasprotuje.