Una fonte inesauribile per conoscere la storia di Resia

 
 
«Mancano notizie storiche sicure sul tempo della venuta dei resiani nella loro patria odierna, e così pure sulle ulteriori sorti dei resiani come popolo o gruppo etnico speciale. Mi sono noti soltanto singoli documenti d’indole giuridica, che certo non sono senza importanza anche per la storia interna, relativa alla vita dei resiani». Così scriveva nel 1876 Jan Baudouin de Courtenay nel suo libro “Resia e i Resiani” dove lo studioso ci dà notizia di aver consultato documentazione archivistica che a distanza di un secolo ebbe purtroppo a subire gravi danni e forse per alcuni atti addirittura la dispersione.
I violenti terremoti, che nel 1976 si sono abbattuti sul Friuli e sulle regioni contermini, danneggiarono in modo irreparabile non solo le abitazioni private ma anche molti edifici pubblici.
Anche il vecchio municipio di Resia/Rezija, ubicato in piazza Tiglio, venne lesionato gravemente, con profonde spaccature negli spessi muri e quello sulla strada in parte crollato. Lo storico edificio, che conteneva tutta la documentazione archivistica dall’ istituzione del comune e gli antichi atti delle precedenti comunità autonome di S. Giorgio/Bila, Gniva/Nj•wa, Oseacco/Osoan‘ e Stolvizza/Solbica, venne abbandonato nei giorni immediatamente successivi al primo sisma e destinato ad essere demolito.
A Prato/Ravanca gli uffici municipali, sede strategica da cui dovevano partire gli ordini e le direttive, vista l’inagibilità della casa comunale, erano stati sistemati in una grande sala al piano terra delle scuole medie di Lipovaz/tu — w L•pauci.
Tutti gli atti, i registri ed i documenti erano stati trasportati lì per esigenze d’ufficio. L’impiegato del comune Luigi Paletti, agendo di propria iniziativa, correndo rischi e pericoli, aveva provveduto a recuperare anche tutto l’archivio storico dal municipio in rovina e a depositarlo al sicuro nella struttura scolastica.
Nei giorni 11 e 12 maggio 1976 venne demolito lo storico municipio costruito, con ogni probabilità, all’epoca dell’unificazione degli antichi quattro comuni sotto il governo di Napoleone Bonaparte, agli inizi del secolo XIX.
Successivamente, con la costruzione del municipio prefabbricato, tutti i documenti dell’archivio storico, che per ovvie problematiche erano stati sistemati alla rinfusa, vennero trasportati e depositati presso la Soprintendenza archivistica per il Friuli Venezia Giulia a Trieste ove sono rimasti fino al 20 luglio 2005, giorno in cui una ditta specializzata li ha trasportati in valle presso la sede del nuovo archivio comunale, dopo 29 anni di esilio forzato, e sistemati con criterio scientifico ed in bell’ordine.
Per il Comune di Resia, il complesso degli atti d'archivio relativi ad affari esauriti si compone di circa 1500 buste (che contengono manoscritti, stampe, registri di varie dimensioni, libri, fascicoli e manifesti) ed è attualmente formato, dal punto di vista della collocazione fisica e della gestione di fatto, da due parti. La parte antica comprende documenti manoscritti ed a stampa dal secolo XIV (copie ed originali) e tutti gli atti redatti dal 1804 al 1948; la parte moderna include le serie archivistiche che vanno dal 1949 al 1976. Di notevole interesse per la storia locale risultano le numerose cause civili, le controversie e le vertenze giudiziarie per proprietà comunali dal 1382. Completano la raccolta alcuni archivi aggregati e numeroso materiale cartografico.
La Soprintendenza, durante la permanenza di tutto il materiale nel capoluogo giuliano, ha provveduto al riordino e alla redazione dell’inventario del materiale archivistico su supporto cartaceo dell’intero archivio.
Mentre si stava facendo tutto questo lavoro, le amministrazioni comunali, che si sono succedute dal 1976 al 2005, si sono sempre poste il problema della nuova collocazione dell’archivio nel territorio comunale fino all’individuazione, a tale scopo, del vecchio complesso scolastico di Stolvizza.
L’edificio, che attualmente ospita la sede dell’Archivio storico del Comune di Resia, fu costruito agli inizi del secolo XX ed in seguito ampliato. L’immobile venne realizzato per ospitare la scuola elementare che per molte generazioni ha rappresentato un’importante strumento di formazione. In seguito ai terremoti del 1976 ed al trasferimento dell’attività di insegnamento nell’unico centro scolastico della valle all’uopo costruito, dopo molti anni di abbandono, il comune, previa idonea ristrutturazione, ha deciso di destinare parte dell’edificio alla conservazione degli atti d’archivio istituendo, secondo il dettato della legge archivistica, una sezione separata d’archivio denominata Archivio storico comunale.
Gli interventi di ristrutturazione sono stati indirizzati al consolidamento ed al rinforzo della struttura ammodernandola e rendendola idonea all’utilizzo anche da parte di fruitori diversamente abili.
Al piano terra sono collocati i depositi, nei quali i documenti sono conservati in ambienti resi idonei alla conservazione e su opportune scaffalature. L’archivio storico dispone di moderni impianti di protezione dagli incendi e di un efficace sistema antintrusione ed oscuramento dei depositi.
L’Archivio storico comunale è consultabile negli orari di apertura che si possono conoscere rivolgendosi agli uffici comunali. L’utenza potrà così immergersi nella storia della comunità resiana, ancora oggi oggetto di grande interesse intellettuale.

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