Velik senjam za Benečijo_Grande festa per la Slavia

Velik senjam je bil v soboto, 27. junija, v Špietru. Štirje beneški duhovniki so praznovali zlato mašo. Ti so msgr. Marino Qualizza, g. Mario Gariup, msgr. Dionisio Mateucig in g. Božo Zuanella. Vsi Slovenci videnske pokrajine so se jim zahvalili za to, ker že petdeset let hodijo po poti Čedermacev, tistih duhovnikov, ki so vse moči posvetili Bogu in domačim ljudem. Prisotni so bili vsi župani sedmih občin Nediških dolin in predstavnica občine Dolina, pokrajinski svetnik Fabrizio Dorbolò, parlamentarka, Serena Pellegrino, evroposlanec Lojze Peterle, načelnik upravne enote Tolmin, Zdravko Likar, deželni predsednik Sso Walter Bandelj in predsednica Skgz za vidensko pokrajino Luigia Negro. V imenu Sso videnske pokrajine se je predsednik Riccardo Ruttar zahvalil štirim zlatomašnikom za vse to, kar so storili v teh letih. Podpredsednik deželnega sveta Igor Gabrovec je pa povedal, kako so zlatomašniki prispevali k ohranitvi in razvoju slovenske narodne zavesti na tem območju, ki je veliko let bilo žrtev nacionalistične in asimilacijske politike. V imenu Urada RS za Slovence v zamejstvu in po svetu je pozdravila Marija Pukl. Čestitke za delo zlatomašnikov so prišle tudi iz koperskega škofa Jurija Bizjaka. Pismo je prebral Silvester Gaberšček iz Ministrstva za kulturo RS. Pozdravil je tudi odbornik za šolstvo videnske pokranjine Beppino Govetto. Maši, ki so jo peli združeni zbori Nediških dolin, je sledilo lepo družabno srečanje.

E’ stata una bella festa sabato 27 giugno per la comunità slovena della provincia di Udine. Nella chiesa parrocchiale di San Pietro al Natisone, gremita per l’oocasine, hanno celebrato la messa d’oro in lingua slovena mons. Dionisio Mateucig, originario del comune di Drenchia e oggi parroco a Camporosso e rettore del santuario del Lussari; don Mario Gariup originario di Topolò, parroco di Ugovizza e Valbruna; don Natalino Zuanella originario di Biacis e parroco di Tercimonte e Savogna e mons. Marino Qualizza originario di San Leonardo, docente di dogmatica al seminario di Udine e direttore responsabile del Dom. Qualizza celebra ogni sabato la messa in sloveno nella chiesa di San Pietro e ogni domenica a Drenchia. «Cosa possiamo dire di noi senza vantarci – ha detto durante l’omelia mons. Marino Qualizza -? In questi anni abbiamo capito cosa vuol dire la parola “libertà”, parola chiave nel vangelo di Giovanni. Libertà vuol dire che non ci preoccupiamo delle cose esteriori, dei riconoscimenti, ma ci apriamo a una convinzione interiore per quella nuova legge che è nuova verità per i cristiani. Nella religione cristiana la libertà è amore». E questo amore non è solo per i paesi della Benecia e della Val Canale e per le persone che vi abitano, ma anche per la cultura e la lingua slovene fortemente radicate nel territorio. «In un certo senso – spiega ancora Qualizza – abbiamo sposato la nostra terra e desideriamo che diventi libera e che gli abitanti si rendano conto della bellezza che contiene: una bella cultura e le belle varianti dialettali della nostra lingua slovena. E che l’amore si mostri nell’amore per la propria terra». Quale augurio per il futuro? «Che nei nostri paesi – conclude Qualizza – risuonino ancora la lingua e le canzoni slovene, che sappiano mostrare a parole la gioia per la vita e la forza della fede che tutto rinnova». Un sentito ringraziamento ai quattro sacerdoti è arrivato dalla Confederazione delle organizzazioni slovene-SSo. «La cosa più bella – ha detto il presidente per la Provincia di Udine Riccardo Ruttar – è esprimere la nostra gratitudine alla messa in sloveno, che è ritornata qui a San Pietro appena due anni fa, dopo che nel 1933 era stata proibita dal fascismo. Se non ci fossero stati mons. Qualizza, mons. Mateucig don Gariup e don Zuanella avremmo perso la nostra vera identità. Con la messa in sloveno di oggi i nostri sacerdoti ci invitano ad essere orgogliosi di quello che siamo senza vergogna e senza il senso di inferiorità che le politiche di italianizzazione ci hanno cercato di imporre per lunghi anni». «I sacerdoti della provincia di Udine – ha detto Igor Gabrovec, che ha portato i saluti della Regione – hanno avuto un ruolo fondamentale nella conservazione della lingua e cultura slovene. In tutti questi anni, i nostri sacerdoti si sono opposti alla bufera come dei giganti: non si sono piegati e non si sono spezzati. Siamo loro grati per la loro dimostrazione di umiltà che è allo stesso tempo rettitudine, instancabilità e che è un dono». A nome del Ministero della Repubblica di Slovenia per gli sloveni oltreconfine e nel mondo è intervenuta Marija Pukl che ha ringraziato i sacerdoti per la loro attività pastorale e culturale sul territorio. «Il popolo che è cosciente della ricchezza della propria lingua e cultura – ha detto – sopravvive a tutte le difficoltà». Silvester Gaberšček del Ministero per la cultura sloveno ha letto una lettera di auguri inviata ai quattro sacerdoti dal vescovo di Capodistria Jurij Bizjak. A nome della Provincia di Udine ha portato i saluti l’assessore all’Istruzione, Beppino Govetto. Molte le autorità che sono intervenute alla celebrazione, animata dai cori riuniti delle Valli del Natisone. Erano presenti l’europarlamentare sloveno Lojze Peterle, l’onorevole Serena Pellegrino, il consigliere provinciale Fabrizio Dorbolò, il prefetto di Tolmino Zdravko Likar, i sette sindaci delle valli del Natisone, una rappresentante del comune Dolina, la ex ministro per gli sloveni oltreconfine e nel mondo, Ljudmila Novak, e il presidente della Confederazione delle organizzazioni slovene della regione, Walter Bandelj.

 

 

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