Sempre più di frequente la comunità della Val Resia che vive storicamente in un territorio che confina con la Slovenia, collabora con le genti che vivono ed operano a est del il Canin. Di recente il Circolo culturale Resiano/Rozajanski dum è stato ospite della biblioteca comunale di Sežana che ha organizzato una serata culturale ed una mostra espositiva di testi ed immagini dedicate a Resia. L'associazione resiana ha presentato le peculiarità culturali della valle ad un pubblico numeroso ed attento alle particolarità della piccola comunità.
Il circolo culturale Rozajanski dum si è sempre impegnato per la valorizzazione del dialetto resiano coadiuvato dai linguisti, molti operanti anche presso l'Accademia delle arti e delle scienze di Lubiana, che facevano ricerca etnografica a Resia quando ancora il resiano e la sua cultura non venivano apprezzati né dagli intellettuali italiani né dai demologi resiani. Solo grazie a quel lavoro abbiamo oggi a disposizione un voluminoso corpus di testi dialettali dai quali attingere per le moderne ricerche etnografiche.
I legami con la Slovenia, consolidati negli anni soprattutto dall'associazione sopra menzionata e da altre presenti in valle, risultano importanti.
Per fare alcuni esempi: l'associazione Vivistolvizza, nata per rivitalizzare il piccolo paese di Stolvizza, ai piedi del Monte Sart, per le sue iniziative può contare sempre su una numerosa presenza di visitatori provenienti dalla Slovenia che animano il paese e garantiscono la riuscita delle iniziative. Il Gruppo folkloriostico Val Resia, autentica perla nel panorama folkloristico internazionale, viene spesso invitato in Slovenia ad esibirsi in prestigiosi festival. Il Comitato associativo per il monumento all'arrotino, sopprattutto attraverso l'esposizione etnografica dedicata all'antico mestiere, ha più volte avuto la possibilità di esporre presso istituzioni slovene numerose mostre e far così conoscere questo umile mestiere molto diffuso fra i resiani. L'Associazione culturale Museo della gente della Val Resia propone ai turisti sloveni che visitano la valle una panoramica sulle peculiarità culturali creando così occupazione ed indotto economico. Anche i poeti resiani, più volte invitati in Slovenia a presentare le loro opere, sono stati premiati con importanti riconoscimenti. Possiamo ricordare le iniziative con gli sloveni nate dall'attività istituzionale del gruppo alpinistico i Ghiri di Resia che organizzò anche la prima festa dell'amicizia a Sella Carnizza coinvolgendo numerosi abitanti della Valle dell'Isonzo. Degni di nota sono gli scambi culturali tra il Coro Monte Canin ed in passato il coro Rože majave con i "colleghi" sloveni che attraverso il canto hanno suggellato durature amicizie.
Anche i locali di ristorazione, i cui gestori hanno partecipato ai corsi di lingua slovena organizzati da molti anni a Resia, beneficiano di tali buoni rapporti che permettono ai visitatori sloveni di trovare a Resia un ambiente accogliente ed ospitale.
Queste collaborazioni sono state formalizzate, sul piano della politica gestionale del territorio, anche dagli enti che hanno sede sul suolo resiano.
Il Parco naturale delle Prealpi Giulie, che intrattiene fin dalla sua istituzione contatti con il Parco sloveno del Triglav, organo governativo della vicina Repubblica, ha attivato progetti transfrontalieri Italia-Slovenia i cui fondi sono serviti per la ristrutturazione della sede dell'Ente parco, con centro visite e foresteria gestiti dallo stesso.
Tali buoni contatti sono stati riconosciuti al Parco anche dalla Federazione europea dei parchi – Europarc Federation che ha consegnato, di recente, il certificato di parco transfrontaliero al Parco regionale delle Prealpi Giulie insieme al Parco nazionale sloveno del Triglav e alla Riserva slovena della biosfera delle Alpi Giulie. Il titolo di Parco transfrontaliero, attribuito da Europarc, è il primo ufficialmente conferito in Italia, anche se non mancano altri casi esemplari di consolidate collaborazioni transfrontaliere. Con questo titolo, Europarc desidera premiare il contributo dato alla conservazione del patrimonio naturale e culturale europeo, alla pace e alla comprensione reciproca.
Anche il comune di Resia ha attivato collaborazioni importanti con la Slovenia. Possiamo ricordare i progetti transfrontalieri Italia-Slovenia: per la viabilità transfrontaliera (sistemazione di parte della strada che collega Resia con la Valle di Uccea e di conseguenza miglioramento della viabilità verso e dal confine di stato) e per il progetto "Conosciamoci / Spoznajmo se".
L'obiettivo base di quest’ultimo è stata soprattutto la volontà di stabilire una cooperazione nella cultura, nella comunicazione, nella ricerca e tra le istituzioni pubbliche ai fini di un'armonizzazione dei sistemi.
La Slovenia oggi è uno stato europeo, uno stato moderno e gli abitanti delle nostre valli hanno nuovamente, dopo molti anni di "guerra fredda", la possibilità di collaborare con essa sul piano culturale e sopprattutto sul piano economico, nonostante qualcuno continui a seminare odio contro la popolazione slovena con lo spauracchio dell'assimilazione.
Lo Stato italiano, includendo il territorio del comune di Resia tra i comuni dove è storicanente insediata la minoranza linguistica slovena, ha fornito a questa comunità un ulteriore privilegiato strumento di tutela del patrimonio culturale e di sviluppo economico. Infatti, come si evince da queste normative (che qualcuno definisce "nefaste"), sono previste delle risorse ecomiche per lo sviluppo di un territorio altrimenti destinato a morire. Queste opportunità in Val Resia sono state già sfruttate sia da privati che da enti ed associazioni.
Oggi il governo regionale intende accorpare i comuni con meno di 5000 abitanti, chiudere le scuole con pochi alunni, centralizzare i servizi. Cosa ne sarà della piccola comunità della Val Resia? Con queste premesse quali saranno le prospettive senza la tutela che lo stato italiano ci ha riconosciuto?
Dobbiamo cominciare seriamente a cogliere le opportunità che le leggi dello stato italiano ci offrono per continuare a vivere nelle nostre valli: non dobbiamo scandalizzarci se sentiremo parlare sempre più spesso di comunità di minoranza o di scuola bilingue, già modello di insegnamento qualificato.
La strada della collaborazione transfrontaliera con la Slovenia per le nostre comunità è appena iniziata. L'Unione Europea ci supporta in questo mettendoci a disposizione nuovi strumenti come i Gruppi di cooperazione territoriale (Gect) che hanno il compito di stimolare e sostenere la cooperazione territoriale per sviluppare gli ex territori di confine.